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Cronista uccisa da bomba
nella zona nord di Malta
Indagava su soldi sporchi

L'ultimo post di Daphne Galiza

"I corrotti sono ovunque"

di Michela Eligiato17 Ottobre 2017
17 Ottobre 2017

Daphne Curuana Galizia era la più famosa giornalista investigativa maltese. Ieri pomeriggio, è rimasta uccisa nell’esplosione della sua auto a Bidnija, nella zona nord di Malta, dove la blogger viveva con la sua famiglia. Soltanto 15 giorni fa, aveva denunciato di aver ricevuto minacce di morte.

Questa è la quinta autobomba che esplode a Malta, nel giro di un anno. Le altre quattro hanno ucciso dei criminali, facendo pensare che il movente fosse proprio “la guerra tra bande”, ma quest’ ultima è stata diversa.

Classe ’64, la cronista è diventata famosa nel mondo grazie a delle inchieste di denuncia pubblicate sul suo blog Running Commentary. Sei mesi fa aveva infatti rivelato al mondo uno scandalo di petrolio e tangenti, pagate dal regime dell’Azerbaijan al governo maltese, portando alla luce anche il nome della moglie del premier Josep Muscat.

Galiza lavorava da anni sul tema della corruzione. Prendendo parte al consorzio investigativo Icij, aveva rivelato l’esistenza di alcune società offshore appartenenti ad altri personaggi politici maltesi. All’inchiesta internazionale Panama Papers, la giornalista aveva contribuito svelando come due politici locali, l’ex ministro dell’Energia e il capo gabinetto del premier Muscat, fossero proprietari di pacchetti finanziari basati in paradisi fiscali.

Negli ultimi mesi aveva cominciato a lavorare sul nuovo capo dell’opposizione maltese Adrian Delia, raccontando come l’isola del Mediterraneo si fosse trasformata in uno dei luoghi preferiti per il traffico internazionale di droga. Per questo motivo desta inquietudine la sua morte, perché Daphne Galizia faceva nomi e cognomi. Di tutti.

Dalle prime indagini condotte dalla polizia maltese non è emerso molto. L’esplosivo, con ogni probabilità, sarebbe stato nascosto o nel bagagliaio o sotto la scocca della Peugeot, presa a noleggio pochi giorni prima e fatto esplodere a distanza, molto probabilmente con un cellulare. Nessuno sull’Isola crede che la bomba sia stata fatta esplodere da mandanti maltesi. “E’ una faccenda di più alto livello che proviene da fuori”, dicono i suoi colleghi.

Il clima è molto teso. Il sergente della polizia maltese Ramon Mifsud, uno degli uomini che dovrebbero indagare sull’attentato contro Daphne Caruana Galizia, in un post lasciato su Facebook ha scritto: “Alla fine tutti hanno quello che si meritano, sono contento :)”, scatenando l’ira del figlio Matthew Caruana Galizia e del marito che hanno fatto istanza al tribunale per chiedere di affidare il fascicolo ad un altro magistrato, in quanto il magistrato in carica Consuelo Scerri Herrera, avrebbe più volte bersagliat Daphne, citandola in giudizio come “personaggio scomodo”.

Tramite un messaggio pubblico l’arcivescovo di Malta, mons. Charles Scicluna, ha chiesto “una condanna con la massima fermezza”. “Questo non è il momento di innescare guerre tra noi e di accusarsi reciprocamente – scrive il vescovo –  bensì di difendere la dignità di ciascuno, eliminare la rabbia tra noi e difendere il grande valore della democrazia”. Tante le persone che hanno espresso il loro cordoglio alla famiglia di Daphne, che si sono riuniti in una fiaccolata a Spinola-Bay.

 

Il suo ultimo post sul blog risale alle 14.35 di ieri e più che un articolo era un commento: “Ci sono ladri ovunque uno guardi adesso. La situazione è disperata”.

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