Continuano le polemiche sulla ricostruzione e sulle conseguenze del crollo del Ponte Morandi di Genova. Ieri pomeriggio il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha riferito alla Camera, ribadendo che “non sarà Autostrade per l’Italia a ricostruire il ponte”, ma comunque la società pagherà i costi. “Il governo – ha affermato il ministro – è compatto nel ritenere che i lavori di ricostruzione del ponte non possano essere affidati ed eseguiti da chi giuridicamente aveva la responsabilità di non farlo crollare”.
Il ministro delle Infrastrutture si è poi soffermato sul delicato tema delle concessioni, sulle quali in un primo momento avanzava l’ipotesi di ritiro e quindi di nazionalizzazione della gestione delle autostrade. “Tutti i concessionari, pubblici o privati che siano – ha spiegato Toninelli – saranno vincolati a reinvestire gran parte degli utili nell’ammodernamento delle infrastrutture”. Durante le comunicazioni alla Camera sul crollo del Ponte Morandi ha inoltre aggiunto che saranno cancellate tutte quelle convenzioni che prevedono dei costi pubblici e dei profitti privati “come quelle stipulate sotto i governi di Prodi e Berlusconi”.
Dopo il disastro del 14 agosto il numero attuale degli sfollati – le cui case si trovano sotto l’opera di Morandi – è di 566 persone, per un totale di oltre 250 nuclei familiari. “Tutti – ha assicurato il ministro – riceveranno una sistemazione entro tre mesi”. Prima dell’intervento di Toninelli è stato il presidente della Camera Roberto Fico a chiedere scusa “a nome dello Stato” e far osservare un minuto di silenzio prima dell’apertura dei lavori parlamentari.
In risposta alle dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture è arrivato oggi l’attacco del segretario del Pd Maurizio Martina, che ha accusato Toninelli di aver fatto “solo propaganda, parecchio scomposta”. Martina, ospite a Radio24, ha sottolineato che “la giornata di ieri è stata segnata dalla polemica tra il Governo e le istituzioni liguri a svantaggio dei cittadini che non si meritano tutto questo”.