Inizio di seduta e avvio settimanale negativo per quasi tutte le borse europee. Parigi perde lo 0,14%, Londra cede lo 0,30% e Francoforte arretra del 0,4%. È però l’Italia a raschiare il fondo del barile con Milano che scivola a -2% sotto il peso di Monte Paschi e i relativi titoli del comparto bancario. A meno di una settimana dal referendum costituzionale del 4 dicembre, il peso del voto sul mercato si traduce in un’instabilità finanziaria che fa partire in rosso il bel paese.
Dopo il via libera della Consob, decolla proprio oggi l’operazione di salvataggio Mps che prevede la conversione dei bond subordinati in azioni. Ma l’avvio in borsa è drammatico: neanche il tempo della contrattazione, che il Monte viene immediatamente sospeso a Piazza Affari. Il titolo ha infatti registrato un crollo del 7,3% entrando in asta di volatilità. Di riflesso, affondano anche gli altri titoli bancari: Banco Popolare cede il 4,04%, Bpm il 3,76%, Unicredit il 3,55%, Intesa il 2,52% e Ubi il 2,24%. L’apertura è in calo in calo anche per lo spread fra Btp e Bund con il differenziale del titolo decennale italiano che segna 185 punti contro i 190 della chiusura di venerdì. Positivo è il cambio dell’euro sul dollaro che sale all’1,0653.
Se il voto italiano di domenica prossima e l’incertezza europea fanno traballare le borse del vecchio continente, è positivo invece l’avvio asiatico. Le borse dell’est riescono ancora a cavalcare la scia positiva dell’elezione del presidente americano Donald Trump sui loro mercati. Salgono Shanghai (+0,47%), Hong Kong (+0,83%), Taiwan (+0,69%) e Seul (+0,19%), mentre chiude in calo Tokyo (-0,13%), con una frenata dello yen sul dollaro. Pesa sulle borse mondiali anche la riunione dell’Opec prevista mercoledì 30 novembre per la ripartizione delle produzioni in virtù di una stabilità dei prezzi del petrolio.
