Sono bastati 5 anni e un nuovo Papa per non credere più nella Chiesa, per far vacillare una fede a causa di una presenza sempre minore «di testimoni autentici e credibili». È quanto accaduto a Magdi Cristiano Allam per lasciare una religione che, a suo giudizio come ha spiegato oggi in un lungo articolo su “il Giornale”, è debole con l’Islam, la sua fede di provenienza. Era, infatti, il 22 marzo 2008, quando si convertì al cattolicesimo nella notte della Veglia Pasquale per mano di Benedetto XVI, (nella foto il momento del battesimo) in cui assunse anche il nome di Cristiano. Una scelta quella che ora considera conclusa come il papato di Ratzinger. A differenza dei tanti ammiratori di Papa Bergoglio, che ha ricevuto quasi un consenso unanime, Magdi Cristiano Allam è profondamente critico nei confronti di Francesco. La sua è una decisione estremamente sofferta che ha avuto un’improvvisa accelerazione di fronte alla realtà dei due Papi, che così il giornalista e scrittore egiziano spiega: «La Papalatria che ha infiammato l’euforia per Francesco I e ha rapidamente archiviato Benedetto XVI, è stata sola la goccia che ha fatto traboccare il vaso di un quadro complessivo di incertezze e dubbi che ho descritto correttamente e schiettamente già nel mio “Grazie Gesù” del 2008 e in “Europa Cristiana e Libera” del 2009».
I motivi di una scelta. «Ciò che più di ogni altro fattore mi ha allontanato dalla Chiesa è il relativismo religioso e in particolare la legittimazione dell’Islam come vera religione, di Allah come vero Dio, di Maometto come vero profeta, del Corano come testo sacro, delle moschee come luogo di culto». E il giornalista in questo rapporto tra cattolicesimo e Islam non risparmia nessuno degli ultimi tre Papi: Giovanni Paolo II perché bacio il Corano nel 1999, Benedetto XVI perché pose la mano sul Corano pregando in direzione della Mecca all’interno della Moschea Blu di Istanbul nel 2006, e Francesco I perché ha esordito esaltando i musulmani «che adorano Dio unico, vivente e misericordioso».
Il no alla religione di Maometto. «Sono invece convinto che, pur nel rispetto dei musulmani depositari di tutte le persone dei diritti inalienabili alla vita, alla dignità e alla libertà, l’islam sia un’ideologia intrinsecamente violenta così come è stata storicamente conflittuale al suo interno e bellicosa al suo esterno. Ancor di più – sottolinea Allam- sono sempre più convinto che l’Europa finirà per essere sottomessa all’islam, così come è già accaduto a partire dal VII secolo alle altre due sponde del Meditarraneo, se non avrà la lucidità e il coraggio di denunciare l’incompatibilità dell’islam con la nostra civiltà e i diritti fondamentali della persona» E per Magdi Cristiano Allam l’Europa non si salverà se non metterà al bando il Corano per apologia dell’odio, della violenza e della morte, se non condannerà la sharia quale crimine contro l’umanità, se non bloccherà la diffusione delle moschee.
Le conseguenze della decisione e i principi che proteggerà ancora. «Faccio questa scelta, nella sofferenza interiore e nella consapevolezza della disapprovazione che genererà nella patria del cattolicesimo, perché sento come imperativo il dovere morale di continuare ad essere coerente con me stesso e con gli altri nel nome del primato della verità e della libertà». Ma Magdi Cristiano Allam non è stato spinto solo dalla coerenza perché le radici cristiane resteranno dentro di lui. «Non mi sono mai rassegnato alla menzogna e non mi sono mai sottomesso alla paura. Continuerò a credere nel Gesù che ho sempre amato e a identificarmi orgogliosamente nel cristianesimo come la civiltà che più di altre avvicina l’uomo al Dio che ha scelto di diventare uomo e che più di altre sostanzia l’essenza della nostra comune umanità». E oltre a Gesù anche i principi della Chiesa «Continuerò a difendere laicamente – spiega il giornalista- i valori non negoziabili della sacralità della vita, della centralità della famiglia naturale, della dignità della persona, della libertà religiosa. Continuerò ad andare avanti con la schiena dritta e a testa alta per dare il mio contributo alla rinascita valoriale e identitaria degli italiani. Lo farò – dichiara Allam- da uomo integro nell’integralità della mia umanità».
di Alessandra Pepe