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Crisi umanitarie, nel 2012 solo il 4% dei tg ne ha parlato

di Lorenzo Caroselli28 Giugno 2013
28 Giugno 2013

Conflitti, malattie, denutrizione. Sono tante le piaghe che affliggono molte zone del pianeta ma delle quali sappiamo molto poco. Infatti il livello d’attenzione da parte dei media spesso è esiguo. Il triste quadro è illustrato nel nono rapporto di Medici Senza Frontiere ‘Crisi dimenticate’, presentato mercoledì scorso a Roma. Lo studio snocciola una serie di dati sconfortanti. Nel 2012 i telegiornali hanno dedicato solo il 4% dei servizi a contesti di crisi, conflitti, emergenze umanitarie e sanitarie. È il dato più basso dal 2006, cioè da quando MSF ha avviato il monitoraggio dei telegiornali. Le crisi umanitarie dimenticate sono diventate invisibili. Per questa ragione, MSF chiede ai media di sostenere gli sforzi per portarle all’attenzione dell’opinione pubblica. 

La crisi in Congo, i conflitti in Mali, la sopravvivenza delle popolazioni del Darfur rimangono quasi completamente fuori dalla copertura mediatica. Un controsenso, se andiamo a confrontare questi dati con quelli che di un’altra ricerca commissionata da MSF all’Eurisko: il 63% della popolazione italiana infatti desidera ricevere dai media più informazioni sulle emergenze umanitarie. Secondo un sondaggio d’opinione effettuato nel maggio 2013, il 78% del campione considera eccessiva la quantità di notizie sul gossip e il 64% considera sia presente troppa politica, mentre il 60% chiede maggiori informazioni sul lavoro delle organizzazioni umanitarie e sul modo in cui poter dare il proprio contributo. 

Stessa sorte per le informazioni che riguardano la diffusione dell’Aids nei paesi del Terzo Mondo. I Tg del 2012 hanno dato una copertura del 6% del totale delle notizie. Se poi si conforta con quelle notizie soft, per esempio la fine del mondo predetta dai Maya, appare davvero paradossale come questo tipo d’informazioni rimangano ignote ai più. Inoltre, appare sempre più evidente che quando si parla di crisi nel nostro Paese, ci si riferisce a quelle aree in cui l’Italia opera direttamente o indirettamente, come Afghanistan o Siria. E lo stesso è avvenuto per l’Algeria, con il rapimento della cooperatrice italiana Rossella Urru. Quasi scomparse, invece, le news su crisi sanitarie connesse alle epidemie e a quelle umanitarie dovute a fame e malnutrizione. In un anno se ne ha avuto notizia solo 13 volte.

Lorenzo Caroselli

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