È gara di solidarietà in Europa per l’accoglienza dei profughi ucraini. Ieri i dati dell’Onu parlavano di circa 1,7 milioni di rifugiati, un milione soltanto in Polonia. Anche l’Italia sta aprendo le porte ai cittadini che fuggono dalla guerra, e il premier Mario Draghi ha annunciato che ad oggi sono 23.872 i rifugiati accolti nel nostro Paese. Oltre il 90 per cento sono donne, 12mila, e bambini, 9.700. “Il flusso è certamente destinato ad aumentare”, ha riferito l’ex presidente della Bce in risposta al question time alla Camera.
La macchina dell’accoglienza nel nostro Paese è già in moto dalla scorsa settimana, tra enti locali, associazioni di volontariato e realtà ecclesiali. Un’emergenza da gestire per la Protezione civile, che è al lavoro con il governo e le Regioni per coordinare gli sforzi. A Sky Tg24, il capo del dipartimento della Pc Fabrizio Curcio ha riferito che l’Italia dovrà attrezzarsi per accogliere “sicuramente decine o centinaia di migliaia di persone”, anche se adesso si tratta ancora di numeri “teorici”. “Siamo pronti, – ha continuato Curcio, – e stiamo lavorando molto per preparaci a livello territoriale”. Personale italiano è al momento nell’ambasciata in Polonia, per organizzare i trasferimenti. Se gli arrivi in Italia dovessero proseguire nel tempo, “ci sarà la necessità di una strutturazione”, spiega, “e non c’è dubbio che dovrà esserci una sorta di redistribuzione degli ambiti nazionali”.
È evidente poi che un arrivo massivo potrebbe mettere in difficoltà la recettività dei territori, ma il piano italiano per l’accoglienza è pronto. Si tratta di un progetto “modulare”, spiega Curcio, che mette in campo “reti consolidate”, come il sistema di protezione civile e ancora di più il sistema del terzo settore. Ad essere coinvolte saranno anche le famiglie, che però “devono seguire un percorso certificato di accoglienza”, perché si tratta di “persone fragili e che devono essere accolte nella maniera giusta”. Aperti anche hotel e alberghi su tutto il territorio. Sul fronte sanitario il presidente del Consiglio ha dichiarato che i profughi “o fanno il tampone ogni 48 ore o accettano di vaccinarsi”.
Continua senza sosta anche il trasferimento di materiale umanitario dall’Italia al confine con l’Ucraina, tutto coordinato dalla Commissione europea. Nei giorni scorsi sono stati già inviati in Polonia più di mille posti letto, oltre che materiali di ogni tipo. Oggi invece verrà inviata in Romania una grande quantità di medicinali.