Ultimo giorno per tentare di formare il Conte-ter. Il presidente della Camera Roberto Fico, sulla base del mandato esplorativo che gli ha affidato dal capo dello Stato Sergio Mattarella, dovrà riferire entro stasera al Quirinale i risultati dei due giorni del tavolo programmatico con i gruppi della maggioranza.
Per la senatrice di LeU Loredana De Petris il “nodo rimane il nome del premier”, ma anche sul programma la strada è in salita. In mattinata sul tema della giustizia, Italia Viva di Matteo Renzi ha detto di non condividere l’idea del vicesegretario del Partito democratico, Andrea Orlando, che aveva proposto un “lodo” per subordinare l’eventuale riforma della prescrizione alla mancata approvazione, entro sei mesi, di una riforma che accorciasse i tempi del processo penale.
Ma non è l’unico scoglio nella trattativa. Non solo il senatore di Rignano ha chiesto il controllo dell’editoria, la riforma del sistema bancario e un super-rimpasto con tre ministeri di peso per il suo partito, ma ha anche rilanciato sulla necessità di prendere il Mes, anche solo 5 miliardi, chiedendo, al contempo, di rivedere il reddito di cittadinanza, oltre a rimuovere il capo dell’Anpal Mimmo Parisi e quello dell’Inps Pasquale Tridico. Uno scontro aperto con il M5S che di Mes non vuole sentir parlare e addirittura intende ampliare il reddito di cittadinanza. Nonostante il ministro degli esteri Luigi Di Maio abbia detto che “bisogna fare squadra intorno al Movimento”, tra i pentastellati sta crescendo la fronda di duri e puri che minacciano anche di “non votare la fiducia al Conte-ter, se c’è Renzi”.
Uno stallo che rischia di aprire al secondo scenario sul tavolo del Quirinale, un governo istituzionale con personalità di alto livello. Il centrodestra non ha chiuso all’ipotesi: Matteo Salvini (Lega) e Giorgia Meloni (Fdi) non escludono “soluzioni alternative al Conte-ter”.