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Criminalità giovanile, la sottosegretaria all’Interno Ferro: “Dal governo risposte concrete”

di Sofia Landi24 Marzo 2025
24 Marzo 2025
criminalità giovanile

Wanda Ferro, sottosegretaria al Ministero dell'Interno

Il sistema di giustizia minorile versa in condizioni critiche e l’Associazione Antigone, impegnata nella tutela dei diritti e delle garanzie nel sistema penale e penitenziario, ha denunciato la responsabilità del governo. A finire nel mirino il decreto Caivano, considerato l’origine della crisi  in cui si trovano gli Ipm italiani. Intervistata da LumsaNews, la sottosegretaria al Ministero dell’Interno Wanda Ferro ha risposto alle critiche, difendendo l’operato dell’esecutivo. 

L’Associazione Antigone ha più volte contestato l’introduzione del decreto Caivano, individuato come causa della crisi in cui versano le carceri minorili. Come replica alle critiche?

Il decreto Caivano non è certo l’unico fronte su cui Antigone attacca le politiche di questo governo.Tra l’altro con una lettura strumentale che è quella di un approccio esclusivamente repressivo”. 

Quale altro approccio prevede la legge?

“Con il provvedimento, il governo Meloni sta affrontando in maniera ampia e articolata il tema della criminalità minorile. Intervenendo non solo sul piano della sicurezza e della repressione dei comportamenti violenti, ma soprattutto sotto l’aspetto culturale e dell’istruzione. L’unica vera arma di prevenzione”. 

Il governo ha più volte evocato “l’allarme criminalità giovanile”. Ma l’ultimo report del Viminale sulla criminalità minorile e gang giovanili parla di una diminuzione delle segnalazioni del 4,15 per cento. 

“Il fenomeno non va guardato solo in termini di percentuali di reati, ma per la sempre maggiore violenza degli episodi che coinvolgono minori. Basti pensare all’assurdo omicidio del giovane musicista Giogiò Cutolo. Ci sono diciassettenni che utilizzano le armi in maniera spregiudicata. È una realtà che non si può ignorare. Poi c’è il ruolo dei social network, che non solo vengono utilizzati per le attività criminali, ma hanno cambiato la percezione della violenza come status symbol tra i giovani”. 

Prima ha fatto riferimento a interventi su cultura e istruzione. Cosa è stato fatto?

“Innanzitutto sono stati fatti importanti investimenti sulla scuola per affrontare la grave emergenza educativa che colpisce molte parti del Paese. E poi il contrasto alla dispersione scolastica, la rigenerazione urbana, l’affidamento di beni confiscati alla criminalità organizzata per progetti di utilità sociale. E non dimentichiamo il ruolo delle forze di polizia sul piano della prevenzione. Attraverso iniziative sportive, culturali e sociali, come le palestre della legalità e le iniziative delle Fiamme Oro. Sono tutti elementi che puntano a far crescere i giovani in un ambiente di legalità e inclusione”. 

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