È stato interdetto per dodici mesi Giuseppe Maria Pignataro, nell’ambito dell’indagine della Procura di Bari sul crac da 230 milioni di euro della società Ferrovie Sud Est. Pignataro, attualmente responsabile mercato pubblica amministrazione della direzione centrale di Bnl, deve rispondere di bancarotta fraudolenta in concorso con l’ex amministratore unico di Fse, Luigi Fiorillo, e altri due funzionari Bnl in servizio presso la filiale di Bari, Fabio Ferretti, responsabile dei rapporti con Fse, Vito Colaprico, responsabile dei rapporti con la pubblica amministrazione.
Stando alle indagini della Procura di Bari, Giuseppe Maria Pignataro avrebbe avuto un ruolo anche nel pesante indebitamento di Atac, l’azienda del trasporto pubblico di Roma: si parla addirittura di un “sistema Pignataro” nella gestione dei rapporti fra l’istituto di credito e la pubblica amministrazione. Secondo quanto riportato dall’Ansa, per i magistrati baresi “attraverso molteplici logiche organizzative, indubbie capacità relazionali e discutibili trame comunicative si conferma l’estrema pericolosità sociale di Pignataro, sempre pronto a cercare, anche attraverso evidenti mezzi di pressione, soluzioni alternative allo schema legale onde evitare, per evidenti finalità affaristiche, che società pubbliche come Atac e Fse, finanziate da Bnl, possano essere assoggettate a procedura concorsuale”.
Le condotte dei funzionari dell’istituto di credito avrebbero quindi aggravato la situazione debitoria della società di trasporto pugliese, attraverso la concessione di finanziamenti a fronte di una serie di garanzie praticamente illimitate, il mantenimento di linee di credito in favore della società oramai in fase di dissesto e l’assenza di qualunque tipo di controllo sulla destinazione delle somme erogate.
Agli atti ci sono intercettazioni telefoniche del luglio 2017 fra Pignataro e Maria Grazia Russo, direttore Amministrazione e Finanza di Atac e anche con Lorenzo Bagnacani, amministratore delegato di Ama (altra municipalizzata di Roma Capitale), con cui la banca stava valutando una linea di credito. Per convincere Russo a non ricorrere alla procedura di concordato, Pignataro dice alla dirigente Atac che la questione “riguarda tutte le società del Comune di Roma che andrebbero immediatamente in default perché le banche uscirebbero da tutti i rapporti” e definisce l’eventuale concordato (poi approvato dall’amministrazione Raggi) “una scorciatoia”, che porterebbe “direttamente al burrone tutto il Comune”.
Bnl, i cui funzionari sono coinvolti nelle indagini della Procura, vanta nei confronti della fallita Fse crediti per circa 70 milioni di euro, pari a circa il 38% del totale: oggi verrà sciolta la riserva dal Tribunale Fallimentare di Bari sull’ammissione dello stesso istituto bancario al voto per il salvataggio di Ferrovie Sud Est.