L’obbligo del certificato sui posti di lavoro ha scatenato solo qualche tumulto ma non ha paralizzato il Paese. A Trieste prosegue la protesta in Piazza dell’Unità, ma a manifestare sono non più di 200 persone; circa il 10% di quelli che solo due giorni fa venivano allontanati dal porto cittadino con l’ausilio di idranti.
Intanto la campagna vaccinale prosegue spedita con quasi l’82% della popolazione che ha completato il ciclo. A riguardo il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ha ribadito che “C’è un aumento anche per le prime dosi, credo che arrivare al 90% dei vaccinabili sia un obiettivo raggiungibile in poche settimane e sicuramente entro fine anno. Una data entro la quale – prosegue – si può arrivare al 100% delle capienze, che ancora non hanno raggiunto questa percentuale”.
Costa ha commentato anche il possibile ampliamento della platea di persone che dovranno ricevere la terza dose: “È ragionevole pensare che succederà tra la fine dell’anno e l’inizio del prossimo”.
Il vaccino resta dunque la soluzione principale per contrastare il coronavirus. Per coloro che non hanno intenzione di vaccinarsi ma che vogliono comunque continuare ad accedere ai luoghi di lavoro, c’è il tampone. Per questo il Commissario straordinario all’emergenza Covid, Francesco Figliuolo, sentito il Ministero della Salute, ha chiesto alle Regioni di agevolare le farmacie affinché “possano continuare a effettuare i tamponi antigenici rapidi oltre gli orari di servizio e nelle giornate di chiusura” e possano eseguirli “anche nei casi in cui i soggetti non si siano prenotati”.
Chi invece non può più esimersi dalla vaccinazione è il personale sanitario. Il Consiglio di Stato oggi ha respinto l’istanza di alcuni medici, farmacisti e parafarmacisti della Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia, non ancora vaccinati, confermando la legittimità dell’obbligo vaccinale per il personale sanitario.