La pandemia continua a frenare la sua corsa. Secondo i dati del monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità l’incidenza settimanale dei casi di Covid è in diminuzione a livello nazionale: 552 ogni 100.000 abitanti nella settimana dal 18 al 24 contro i 672 ogni 100.000 abitanti della settimana precedente. Cala ancora anche l’indice di trasmissione Rt: dal 2 al 15 febbraio quello calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,73, in diminuzione rispetto alla settimana precedente quando era pari a 0,77, sempre sotto la soglia epidemica.
Nonostante i segnali rassicuranti restituiti dal monitoraggio nazionale i posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di terapia intensiva sono 839, 47 in meno rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite, ma che comunque superano la soglia di allerta del 10% ancora in otto Regioni. Si tratta di Calabria (13,2%), Emilia Romagna (10,7%), Lazio (11,8%), Liguria (10,6%), Marche (11,3%), Sardegna (12,7%), Toscana (12,1%), Valle d’Aosta (11,8%). Per quanto riguarda il tasso di occupazione nei reparti è invece del 18,5%, superando dunque la soglia di allerta del 15%. In particolare, sono solo quattro le Regioni e Province autonome che sono sotto la soglia di allerta del 15%. Si tratta di Lombardia (11,4%), Molise (13,1%), Provincia autonoma di Trento (12,6%) e Veneto (12%).
Dopo l’annuncio del premier Draghi sulla mancata proroga dello stato d’emergenza che si fermerà al 31 marzo, il quadro epidemiologico continua a restituire dati abbastanza confortanti, ad oggi, infatti, oltre metà delle regioni italiane sarebbero in zona bianca. Più nel dettaglio, nel report settimanale dell’Iss si legge che “una regione è classificata ad alto rischio (Provincia Autonoma di Bolzano, che registra l’incidenza di casi più alta di questa settimana), due a rischio moderato (Abruzzo e Marche). Le restanti 18 regioni e province autonome sono classificate a rischio basso”.