Lo stato di emergenza non sarà rinnovato dopo il 31 marzo. Nonostante la nuova ondata e i casi che crescono, in Italia e in Europa, non cambia la linea del governo che oggi incontrerà in cabina di regia i vertici delle regioni. I numeri in crescita riguardano principalmente i nuovi contagiati, l’Rt del 14 Marzo registra un incremento costante e supera la soglia di 1, fissandosi a 1,07, le ospedalizzazioni e i posti in terapia intensiva occupati invece rimangono stabili a livello nazionale, rispettivamente al 13% e 5%, ampiamente sotto i limiti critici.
La road map del governo quindi rimane la stessa. Questo orientamento è spiegabile con la minor aggressività della variante Omicron e l’alto numero di vaccinati italiani. L’intenzione del governo è quella di non uscire dal sentiero tracciato negli scorsi mesi che porterà progressivamente, dal primo aprile al 15 giugno, alla sospensione di tutte le norme che hanno regolato questo periodo di pandemia, dal green pass all’abbandono delle mascherine, dallo scioglimento del Cts, la riapertura di tutti gli eventi con capienza al 100%, inaugurando una nuova fase di convivenza con il virus. Il primo passo in questo senso dovrebbe essere quello della rimozione del green pass rafforzato al lavoro per gli over 50.
Lo scontro tra aperturisti e rigoristi però continua, anche a fronte dei dati Agenas che riportano un quadro comunque in crescita dei contagi in tutta Italia. Nonostante sia sotto controllo a livello nazionale il dato riguardo alle terapie intensive cresce in tre regioni Basilicata, Calabria e provincia autonoma di Bolzano. Mentre quello di occupazione di posti letto ospedalieri in area definita “non critica” sale in altre sei: Campania, Liguria, Valle d’Aosta, Provincia autonoma di Trento e Molise. Il dato che più preoccupa è quello della Calabria dove il livello di ospedalizzazioni rimane stabile, ma a quota 30%, sopra la soglia di allarme. I dati nelle restanti regioni sono stabili o in calo.