NEWS ANSA

Sito aggiornato alle 13:20 del 22 novembre 2024

HomeCronaca Covid, il 30% della popolazione ha già sviluppato anticorpi. Lo sostiene studio americano

Covid, 30% della popolazione
ha già sviluppato anticorpi
Lo sostiene studio americano

I veicoli di trasmissione sono under 30

la ricerca su più di 7mila soggetti sani

di Laura Bonaiuti25 Maggio 2020
25 Maggio 2020

epa08442362 A Thai technician works at a laboratory of the Chula Vaccine Research Center in Bangkok, Thailand, 25 May 2020. A team of researchers at Chulalongkorn University, led by Professor Dr Kiat Ruxrungtham is making progress towards developing an mRNA type vaccine for the COVID-19 disease, caused by the SARS-CoV-2 coronavirus. The team in Thailand began running vaccine tests on monkeys after initial tests on mice proved to be effective. Professor Ruxrungtham said that, if these tests are successful, they will move on to human trials involving the production of 10,000 vaccine doses for 5,000 volunteers. EPA/DIEGO AZUBEL

La società americana Meleam, con 41 sedi in tutto il mondo, tra cui in Italia, proprio nel nostro paese ha avviato uno studio a campione su più di 7mila soggetti asintomatici per tracciare l’incidenza del Covid-19 nella popolazione. L’equipe di ricercatori, guidata da Pasquale Bacco, ha evidenziato risultati grazie ai test sierologici somministrati.

I giovani.
Prima di tutto, i veri responsabili della trasmissione del Coronavirus sono stati i soggetti fino ai 30 anni di età. Quasi sempre completamente asintomatici, si legge nel rapporto, “hanno infettato e amplificato il resto della diffusione”. Questo particolare ci riconduce agli episodi di assembramenti di giovani in molte città italiane negli ultimi tre giorni: una vera e propria “movida”, che ha indotto in alcuni casi a provvedimenti restrittivi sugli esercizi commerciali aperti nelle ore serali e notturne, come a Perugia.

In queste fasce di età, tra l’altro, è stata rilevata una positività agli anticorpi “più che doppia” rispetto alle fasce più anziane, che invece sono maggiormente colpite dai sintomi e dagli esiti negativi, se non mortali, della malattia.

Il clima e lo spostamento del virus.
Come tutti i coronavirus, anche questo è condizionato “in maniera determinante” dalle condizioni climatiche. I ricercatori prevedono quindi che “scomparirà in estate per poi riapparire con lo scendere delle temperature”. In riferimento a ciò, lo studio indica che nelle zone più fredde d’Italia vi sarà una manifestazione più incisiva, come in effetti è accaduto nelle prime zone rosse segnalate. Quindi anche a uguale concentrazione, l’infezione “sarà sempre maggiore al nord rispetto al sud”. Sia in Italia che in Europa.

A questo dato si è arrivati grazie a un campione di soggetti provenienti da diverse parti del paese, in particolare da ogni regione e ogni provincia: soggetti lavorativamente attivi almeno quattro giorni alla settimana, rappresentativi di tutte le categorie e di tutte le età, con varie abitudini alimentari e anche in presenza di altre patologie come l’Hiv e l’anemia mediterranea, per valutare alcune correlazioni.

Oltre a ciò, i dati mostrano chiaramente che tra la fine del 2019 e l’inizio 2020 il virus era già presente e si è spostato anche verso sud. “Concentrazioni inferiori e minore capacità aggressiva, hanno reso la maggior parte delle infezioni, soprattutto le prime, quasi asintomatiche”.

Gli anticorpi.
Il 30% della popolazione – 2.365 persone su 7.038 – è entrato in contatto con il virus, sviluppando spontaneamente anticorpi. E quasi il 90% di questi soggetti non ha manifestato nessuno dei sintomi riconducibili al Covid-19, primo fra tutti l’innalzamento della temperatura corporea. In particolare, le donne presentano ovunque (sia a nord che a sud) una vulnerabilità minore e sono “un ostacolo più arduo per il virus, proprio nella fase iniziale dell’infezione”.

Lo studio ha evidenziato anche molte altre correlazioni soprattutto riguardo alla risposta immunitaria, che può essere ritardata – seppur in maniera lieve – dalla tendenza al fumo o da carenze di vitamina D. Il dottor Pasquale Bacco ha riferito a Lumsanews che è in corso un’altra ricerca, più ampia, che coinvolge cinquecento medici e si pone l’obiettivo di analizzare i dosaggi delle immunoglobuline, cioè degli anticorpi, sui soggetti infettati.

Ti potrebbe interessare

logo ansa
fondazione roma
Carlo Chianura
Direttore delle testate e dei laboratori
Fabio Zavattaro
Direttore scientifico
@Designed & Developed by Bedig