Venti milioni di euro da destinare ad attori, cantanti, danzatori, musicisti e maestranze scritturati da teatri, orchestre e fondazioni lirico sinfoniche. Questa è la cifra che il Ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, ha stanziato per il sostegno delle arti performative che nel 2019 non hanno ricevuto sostegno dal FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo). Le risorse verranno ripartite equamente, fino a un massimo di 4.000 euro, tra tutti i richiedenti del sostegno.
L’iniziativa rientra nel decreto “Cura Italia”, firmato lo scorso marzo dal Consiglio dei Ministri, il quale ha stanziato 130 milioni di euro per emergenze relative ai settori di cinema e spettacolo e che comprende tutte le misure messe in atto per risollevare l’economia italiana. “Nessun artista verrà dimenticato: nessun attore, nessun musicista così come nessun lavoratore del mondo dello spettacolo. Non parlo delle grandi star, che hanno le spalle robuste, parlo delle professionalità più indifese: le prime misure sono a loro tutela”, queste le parole di Franceschini nel suo intervento alla Camera.
Parole confortanti ma non per tutti. Nel decreto non vengono infatti menzionati gli artisti visivi, i quali, risultano tagliati fuori non tenendo conto che anche loro vivono la stessa situazione.
In Europa e nel mondo, sono tutt’ora in corso iniziative economiche a sostegno degli artisti, senza fare distinzioni tra le categorie creative. In Italia però, almeno per il momento, gli unici creativi che possono contare su misure e fondi di emergenza sono gli attori e i cantanti.