Parma Capitale italiana della cultura 2020 si ferma, a causa del Coronavirus. L’annuncio arriva in serata, direttamente dall’assessore comunale alla cultura della città, Michele Guerra. Con un videomessaggio su Facebook, mentre fuori l’emergenza prosegue. “Ma il nostro team continua a lavorare in attesa di sapere quando ripartirà”, ha assicurato.
Per ora, alcuni progetti sono posticipati a data da destinarsi, mentre altri direttamente cancellati. E i motivi, secondo Guerra, oltre che sanitari sono soprattutto pratici. “Teatri, cinema e sale da concerto sono chiusi, personalità e ospiti internazionali che dovevano raggiungere Parma non sono in grado di farlo o non si sentono sicuri a venire nelle nostre zone”, ha spiegato.
Mostre, eventi e spettacoli erano iniziati lo scorso 11 gennaio, nel segno dell’inclusione e della sostenibilità. Questo stop, secondo la Gazzetta di Parma, alla città costerà 300mila euro di perdite al giorno. Quanto a lungo, ancora non si sa. Forse si ripartirà a maggio, magari a settembre. Oppure, direttamente l’anno prossimo. “Io so solo che torneremo più forti di prima”, ha detto ancora Guerra nel videomessaggio. “Serve dare un segnale a tutte le persone che ci stanno mettendo così tanta energia. Niente andrà perduto”.
Certo è che uno slittamento a Parma 2021, al momento, è un’idea che al Comune piace. “Speriamo che il Governo prenda in considerazione quest’ipotesi”, ha detto Guerra. E il suo appello è andato anche al presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. “Si tratta di una grande occasione non solo di sviluppo culturale, ma anche di attrazione per i nostri territori. Credo sia importante posticipare di un anno, non soltanto per cercare di recuperare i danni di ora, ma anche per mantenere fede a una promessa che Parma, Piacenza, Reggio Emilia e l’intera Emilia Romagna hanno fatto al Paese”.