Sciacallaggio sulle mascherine e falsi kit per diagnosticare il Coronavirus. Il lavoro di medici, Protezione Civile, governatori delle diverse regioni, è una corsa a ostacoli tra le varie truffe.
Calabria. In un centro di analisi biochimiche di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza 900 falsi kit per diagnosticare il Coronovarus, sprovvisti di autorizzazione e certificazione delle autorità sanitarie. I kit venivano venduti su un sito web a persone che, all’oscuro di tutto, pensavano di aver trovato online la possibilità di fare da soli i test per il virus. Il centro analisi è stato individuato prima che partisse la spedizione del materiale, ma alcuni kit erano già stati pagati con bonifico.
Vendere a “cittadini ignari ed impauriti dispositivi per i quali non è provata in alcun modo l’efficacia – dice la Gdf – pone in serio pericolo la salute e l’incolumità pubblica”, considerato che “l’eventuale responso di negatività del test, avrebbe potuto consegnare ‘patenti’ di estraneità al contagio a soggetti che, invece, avrebbero potuto contribuire alla diffusione del virus”.
Lombardia. Da alcuni dati tratti da un bilancio parziale tracciato dal Comando regionale lombardo della Gdf su tutte le operazioni effettuate da inizio emergenza, risulta che quasi 23mila mascherine sequestrate erano vendute a prezzi con aumenti del 2000%. Sarebbero 840mila invece i “presidi sanitari” come gel e disinfettanti e 21 le persone denunciate, tra cui farmacisti. Le Fiamme Gialle lombarde spiegano di aver impiegato anche “su tutto il territorio regionale 3.462 uomini e 1.450 mezzi, sottoponendo a controllo 33.300 persone, 14.180 attività commerciali e 26.145 autocertificazioni: 276 le denunce inoltrate alle autorità giudiziarie”.
La necessità delle mascherine e dei presidi di sicurezza è “spasmodica”, rimarca il governatore lombardo Attilio Fontana, in collegamento a Mattino Cinque. “L’approvvigionamento di mascherine, dei camici, dei presidi non è compito nostro in emergenza, ma al di là di questo, considerata la situazione difficile, lo stiamo facendo. Il problema è che su cento persone che si offrono 95 stanno cercando di truffarci”.
Lazio. La situazione non è differente nella Capitale. In un comunicato della Procura si legge che dopo alcuni sequestri di prodotti sanitari nei giorni 13 e 16 marzo “presso le farmacie della Capitale”, la Procura di Roma e l’Agenzia Regionale della Protezione Civile hanno disposto che il materiale sequestrato “venisse immediatamente ceduto alla Protezione Civile”.
“Tale provvedimento è stato adottato – si legge nella nota – conformemente a quanto previsto dall’art. 501 bis del codice penale, che prevede la vendita coattiva immediata del materiale sequestrato a fronte di un’ipotesi di manovre speculative su merci, e ciò allo scopo di evitare che il mantenimento del sequestro possa aggravare la carenza dei prodotti sul mercato e il conseguente aumento dei prezzi”.
Marche. L’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Ancona, ha portato al blocco e sequestro di un carico di strumenti e dispositivi per la ventilazione meccanica di pazienti con patologie respiratorie. Il carico è stato bloccato su un autoarticolato mentre era in coda per imbarcarsi su un traghetto diretto in Grecia.
L’operazione della Gdf di Ancona in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e Monopoli, è stata svolta nell’ambito di un piano di controlli che ha come obiettivo il rispetto dell’ordinanza della Protezione Civile sull’emergenza Coronavirius, che vieta alle imprese di cedere all’estero determinati dispositivi medici. Sono stati sequestrati 1.840 circuiti respiratori (tubo, pallone, valvola e maschera respiratoria) da usare per i pazienti in condizioni critiche.I dispositivi sequestrati saranno consegnati alla Protezione Civile per gli aiuti ai presidi ospedalieri italiani.