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HomeCronaca Covid-19, scoperta la “fase zero” del virus in Italia, finora rimasta sommersa

Il paziente uno di Codogno
è in realtà il numero 1.201
I contagi già a fine gennaio

Dossier analizza comparsa dei sintomi

tre mesi fa primi positivi in Lombardia

di Diana Sarti29 Aprile 2020
29 Aprile 2020

Personale sanitarrio al lavoro nel reparto di terapia subintensiva Covid-19 dll’ospedale di Cremona durante l’emergenza epidemia coronavirus Covid-19, Cremona 23 Aprile 2020. Ansa/Matteo Corner

Dall’inizio della pandemia da Covid-19, l’Italia ha superato quota 200mila contagiati totali: 201.505 stando agli ultimi dati forniti dalla Protezione civile. Di questi sono 105.205 i positivi attuali (2.091 nelle ultime 24 ore), 68.941 i guariti (+2.317) e 27.359 i deceduti con un incremento rispetto al giorno precedente di 382 vittime.

Tuttavia il “paziente uno” di Codogno, individuato ufficialmente il 21 febbraio scorso, è in realtà il positivo numero 1.201. A rivelare la “fase zero” dell’epidemia nel nostro Paese è un’analisi della task force sanitaria della Regione Lombardia, secondo cui già il 26 gennaio erano in 543 i contagiati su tutto il territorio amministrato dal presidente Attilio Fontana, di cui 46 soltanto a Milano. Dunque esiste tutta una prima fase di sviluppo dell’epidemia, finora rimasta sommersa, che ha preceduto quello che era sempre stato identificato come il reale avvio della pandemia nel Nord.

Questo vuol dire che quando il 7 marzo l’intera Lombardia è diventata zona rossa, il coronavirus era in circolo già da quaranta giorni. All’inizio probabilmente i sintomi erano stati confusi per influenza e questo ha reso più complesso il riconoscimento tempestivo. Inoltre nel periodo in cui si credeva che il virus non fosse ancora arrivato in Italia, tutte le forze si sono concentrate sulle frontiere aeree, nel tentativo di evitare che i passeggeri potessero inconsapevolmente portarlo nel Paese.

Oggi invece si è scoperto che il Coronavirus era già arrivato nella penisola e, stando alla cronologia fornita dalla Cina, relativamente pochi giorni sono intercorsi tra l’identificazione del ceppo a Wuhan e i primi casi in Italia. Risale infatti al 7 gennaio la data in cui le autorità cinesi hanno confermato di aver identificato il nuovo Coronavirus. Tre giorni dopo l’Organizzazione mondiale della sanità diffonde l’allarme dell’epidemia e il 22 gennaio Wuhan entra in quarantena. Quattro giorni dopo 543 persone in Lombardia iniziano ad avere i primi sintomi. Il 29 gennaio due turisti cinesi vengono ricoverati allo Spallanzani di Roma e poche ore dopo si bloccano i voli dalla Cina. Ma il Covid-19 era già presente nel nostro Paese.

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