Negli Stati Uniti è record di decessi. Soltanto nelle ultime 24 ore sono state registrate 1.169 nuove vittime per il contagio da Coronavirus, un primato a livello mondiale che supera i 969 morti registrati dall’Italia il 27 marzo.
Secondo i dati della John Hopkins University, gli Usa riportano al momento circa 245mila casi positivi e oltre seimila morti, in una popolazione complessiva che conta comunque più di 330 milioni di persone. Lo stato più colpito resta sempre quello di New York, con 92.743 casi complessivi, di cui 2.468 morti.
La diffusione del virus riscontrata in America suggerisce che una buona parte della popolazione ancora non segue le direttive nazionali sul distanziamento sociale. A dirlo è Deborah Birx, coordinatrice della task force della Casa Bianca contro il coronavirus, chiedendo di “fare uno sforzo maggiore” per raggiungere i risultati di alcuni Stati europei, come l’Italia, la Spagna, la Francia e la Germania, che hanno iniziato a “flettere le loro curve” epidemiologiche.
Le misure drastiche per contrastare il virus sono comunque in atto. La Cnn riferisce che gli americani sottoposti all’ordine di restare a casa sono 305 milioni, oltre il 90% della popolazione totale. E il presidente Donald Trump ha confermato durante una conferenza stampa che negli Stati Uniti “ora facciamo 100mila test al giorno, più di ogni altro Paese al mondo in relazione alla popolazione”. Il tycoon ha inoltre ringraziato il presidente russo Vladimir Putin per l’invio a New York di un cargo di materiale medico “di alta qualità”.
Ma il disastro economico è un problema che si fa sempre più concreto con il passare dei giorni. L’agenzia di rating Standard & Poor’s stima che l’economia Usa sia entrata in recessione con l’emergenza, e prevede una contrazione dell’1,3%, con una ripresa nel 2021 pari al 3,2%. Nel 2022 il Pil crescerebbe infine del 2,5%.
Nelle ultime due settimane sono state dieci milioni le persone rimaste senza lavoro, portando a un’impennata di richieste di sussidi di disoccupazione. Numerose aziende adesso ferme sono state costrette a licenziare i propri dipendenti, o metterli in congedo non retribuito.