Sono quasi 30 mila i casi di Covid-19 in Europa. È vero che la metà sono in Italia, ma è anche vero che i paesi del vecchio continente non possono più nascondersi dietro un dito. L’epidemia sta esplodendo anche in Spagna e Francia, vicine ai tremila casi, ma anche in Germania e nei paesi più piccoli. Per questo sono scattare le prime misure di sicurezza, in generale ancora molto lontane da quelle restrittive prese in Italia. Ma la situazione si sta aggravando ed è probabilmente solo questione di tempo.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha deciso di chiudere scuole e università da lunedì. In Germania, Spagna e Stati Uniti l’istruzione è stata fermata solo nelle zone più interessate, da Seattle alla Baviera. Il Regno Unito al momento sta evitando ogni tipo di regola o restrizione per i propri cittadini: è l’unico, tra i grandi paesi occidentali, a far disputare ancora tutti gli eventi sportivi a porte aperte. Gli eventi di massa sono ancora fattibili in USA, Germania e Regno unito, mentre la Danimarca ha seguito l’Italia nel chiedere di stare più possibile chiusi in casa.
Da lunedì al 9 aprile scuole ferme anche in Portogallo, con il premier Antonio Costa che ha annunciato anche la chiusura delle discoteche. In Belgio, oltre all’istruzione, stop anche a ristoranti, bar e caffè, mentre in Olanda si fermano i musei, da quello di Van Gogh alla casa di Anna Frank. Crescono i casi nella vicina Slovenia, il Canton Ticino vieta gli assembramenti con più di 50 persone e la Repubblica Ceca si isola, proibendo arrivi e partenze da e per i paesi con contagiati. Nel frattempo la nave da crociera Marco Polo, con 800 passeggeri (la maggior parte italiani), è stata rifiutata da Israele per una polmonite sospetta a bordo e ora fa rotta verso Cipro, dove potrà ancorarsi rimanendo a largo.
“Mobilitiamo tutti i nostri sforzi per gli amici italiani”, ha detto il commissario europeo al Mercato interno, Thierry Breton, dopo una video conferenza con i 27 ministri della Salute. Ma soprattutto “dobbiamo impedire che si interrompa la consegna di materiale di protezione a coloro che ne hanno bisogno”, ha spiegato Breton, esortando a far sì che l’Italia continui a ricevere mascherine e respiratori. Nel frattempo la Norwegian Air ha licenziato “temporaneamente” metà del personale a causa del crollo delle prenotazioni, mentre dall’Ungheria arriva un’iniziativa che coinvolge le attività culturali: non chiedere i rimborsi dei biglietti di concerti o spettacoli teatrali annullati per aiutare artisti e lavoratori del settore.