Mancano mascherine e, in generale, tutti i dispositivi di protezione individuale. Da giorni, infatti, si moltiplicano gli appelli di infermieri, medici e gente comune che lamentano l’assenza di quella che rappresentano la tutela numero dal Coronavirus. Per far fronte all’emergenza, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, nella trasmissione L’aria che tira su La7, ha annunciato l’arrivo in Italia di “800mila mascherine”. Per il resto, ha detto, “partirà un altro volo cargo per la Cina che ne porterà almeno altre due milioni”.
Ma è anche la situazione alle frontiere, a questo punto, a preoccupare. Come scrive il Corriere della sera, almeno due gruppi italiani che riforniscono di mascherine gli ospedali ne avrebbero acquistate centinaia di migliaia a fine febbraio: ma il governo turco, dallo scorso 5 marzo, le terrebbe bloccate alla frontiera. Sarebbero circa 200mila in tutto, e il Premier Giuseppe Conte avrebbe già chiesto ad Ankara di risolvere la soluzione. Senza risultati apparenti anche perché, questa strategia di Erdogan, rientrerebbe nel più ampio braccio di ferro fra il sultano turco e l’Europa.
E così, intanto, l’Italia si arrangia da sé. Secondo La Stampa, decine di aziende tessili stanno cercando la riconversione: stop alle produzioni tradizionali e avanti con le mascherine. Le materie prime, così come le filiere produttive, alla fine sono quasi le stesse. E in prima linea c’è persino Confindustria Moda, che ha lanciato alle imprese un appello alle imprese per fare tutto il possibile in questo senso.
Chi ha già superato questa fase, invece, è Grafica Veneta: l’azienda di Fabio Franceschi, leader mondiale nel settore della stampa avanzata, ha brevettato una mascherina con le caratteristiche per tutelare l’80% della popolazione del Veneto. Per ora si tratta di due milioni di esemplari che la Regione – secondo quanto ha riferito il governatore Luca Zaia – ha già iniziato a distribuire. Migliaia di mascherine anche per la Lombardia, donate ancora da Xiaomi, colosso tecnologico Cinese.
Infine, dove non arrivano neanche le imprese, c’è la solidarietà. Nella provincia di Avellino, due monasteri di suore stanno realizzando a mano delle mascherine. “L’imperativo della Chiesa è essere vicina alla gente”, ha detto il vescovo della diocesi locale, monsignor Arturo Aiello. In Sardegna, invece, l’appello è partito direttamente dai medici dell’ospedale di San Gavino: “Se qualcuno si annoia e sa cucire, fate delle mascherine chirurgiche”. E, spiega l’Ansa, le adesioni sarebbero già centinaia.