Si dovrà aspettare almeno fin dopo Pasqua prima di provare a rimettere in moto il Paese. Questo nonostante i dati che, in questi giorni, ci offrono timidi segnali positivi di come probabilmente l’Italia si sta avvicinando a una svolta. Per il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli infatti “stiamo andando nella direzione giusta e non dobbiamo minimamente cambiare strategia” come i numeri confermano. Durante l’oramai consueto rito della conferenza stampa delle ore 18, il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli ha raccontato di un calo dei contagi: ieri circa 4.000 contro gli oltre 5.000 del giorno prima e gli oltre seimila di quattro giorni fa. I malati di coronavirus in Italia sono complessivamente 75.528, 11.591 i morti e 14.620 le persone guarite, circa 1.600 in più rispetto a ieri, il numero più alto dall’inizio dell’emergenza.
Il Coronavirus però continua a diffondersi e a fare paura, anche in Vaticano. È risultato positivo al Covid-19 anche il cardinale Angelo De Donatis, Vicario generale di Roma, che si trova ora in isolamento, così come i vescovi ausiliari di Roma con cui è entrato in contatto. Dal Vicariato fanno sapere che il cardinale ha la febbre, ma le sue condizioni generali sono buone e che ha iniziato immediatamente una terapia antivirale. Rimane alto il numero dei decessi in Lombardia, la regione più colpita, ieri 458 vittime in più che porta il totale a 6.818. Per l’assistenza dei malati, è stato presentato questa mattina l’Ospedale ospitato nella Fiera di Milano: la struttura sarà operativa a fine settimana e sarà gestita dal Policlinico di Milano.
Cresce ogni giorno poi, da nord a sud, la preoccupazione per un numero sempre più crescente di case di riposo che registrano contagi da Coronavirus. Se infatti la situazione inizialmente sembrava preoccupare le strutture situate nelle zone focolaio di Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, l’emergenza sembra ora riguardare un’area sempre più ampia: diversi gli anziani positivi al virus rintracciati anche in alcune case di riposo di Fiuggi, Rieti e Frosinone, ma segnalazioni di casi arrivano anche dalla zona di Torino (Borgaro Torinese).
Buone notizie arrivano invece dal comune di Nerola, nel Lazio, che da zona rossa – confermata fino almeno al prossimo 8 aprile – e temuto focolaio, diventa un vero e proprio case study. Il “caso” del paese della città metropolitana di Roma, che conta poco più di mille abitanti, era scoppiato a metà della scorsa settimana con la scoperta di 72 casi positivi, tra ospiti e inservienti, proprio in una casa di riposo. Grazie a una popolazione limitata e a un isolamento tempestivo, i medici dell’ospedale Spallanzani di Roma hanno avviato un’innovativa procedura di ricerca e mappatura del Covid-19 per comprendere l’andamento dei contagi. Tamponi a tutta la popolazione, altri esami su soggetti a campione e un minuzioso lavoro di incrocio dei dati. I risultati dell’indagine condotta qui potrebbero rappresentare una speranza per tutto il Paese.