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HomeEsteri Covid-19, altri 106mila casi: quattro i Paesi più colpiti, contagi al minimo in Italia

Covid,cinque milioni di casi
Boom in Brasile, Russia, Usa
in Svezia è allarme morti

Stoccolma ancora con poche limitazioni

ma tasso mortalità superiore all'Italia

di Matteo Petri21 Maggio 2020
21 Maggio 2020

epa08417366 Social Distancing in the shopping center Gallerian to reduce the spread of COVID-19 coronavirus disease in a bar in central Stockholm, 12 May 2020, EPA/Henrik Montgomery SWEDEN OUT

La pandemia Covid-19 raggiunge i 5 milioni di persone. A riportarlo sono i dati della John Hopkins University, diffusi questa mattina dalla Bbc. Al momento il numero di morti con il virus 2019-Sars-CoV2 ha raggiunto i 328.172.

L’Italia, come è noto, sembra che abbia superato la sua fase più critica: solo lo 0,98% dei tamponi fatti ieri sono infatti risultati positivi. I 106mila nuovi casi di ieri, il numero più alto in 24 ore dall’inizio della pandemia, si divide per la maggior parte (quasi due terzi di questi) in quattro Paesi: Brasile, Russia, Stati Uniti e Iran. Ventimila nuovi contagiati si sono registrati nel Paese sudamericano, che si accinge a contendersi con la Russia il ruolo di seconda Nazione mondiale per numero di contagi, dopo gli Stati Uniti. Complessivamente sono oltre 606mila i casi in tutta l’America Latina. Negli Stati Uniti anche ieri registrati oltre 1.500 nuovi malati.

E anche in Svezia la situazione continua a preoccupare. Secondo il Daily Telegraph online, citando i dati raccolti dal sito web Our World in Data, la Svezia ha superato la Gran Bretagna, l’Italia e il Belgio per ciò che riguarda il più alto tasso di mortalità pro capite per Covid-19 nel mondo. Il Paese scandinavo ha avuto 6,08 decessi per milione di abitanti al giorno su una media mobile di sette giorni stilata prendendo a campione la settimana tra il 13 maggio e il 20 maggio. Questo sarebbe il dato più alto del mondo, al di sopra del Regno Unito, del Belgio e degli Stati Uniti, che hanno rispettivamente 5,57, 4,28 e 4,11.

La Svezia, di fronte all’epidemia di coronavirus, ha deciso di non introdurre stringenti misure di lockdown viste altrove in Europa. L’approccio svedese è invece stato basato sull’assunzione di responsabilità dei propri cittadini, e il Paese ha infatti deciso di tener aperte le scuole per i bambini di età inferiore ai 16 anni, insieme a caffè, bar, ristoranti e aziende, ma ha esortato le persone a rispettare le linee guida sul distanziamento sociale. Ad oggi, secondo i dati della John Hopkins University, il Paese ha registrato 31.523 contagi e 3.831 morti. Nonostante i dati, il premier svedese Stefan Lofven si dice ancora convinto della sua strategia: “La battaglia contro il Covid-19 è una maratona”, ha dichiarato Lofven difendendo le scelte del suo governo che, ritiene, “sulla lunga distanza” si riveleranno più efficaci del blocco totale.

Intanto, nervi molto tesi ancora tra il presidente statunitense Donald Trump e l’Organizzazione mondiale della sanità, che il tycoon ha attaccato duramente con una lettera nei giorni scorsi. “Abbiamo ricevuto la lettera e la stiamo esaminando”, afferma il direttore dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. Con la missiva del 18 maggio il presidente americano aveva elencato le ragioni del “fallimento della risposta” dell’Oms al Covid-19 e fatto riferimento a “un’allarmante carenza di indipendenza dalla Repubblica popolare cinese”, minacciando ancora una volta di tagliare i fondi Usa all’Agenzia dell’Onu.

Nel mirino del tycoon ieri è finita anche la terza carica dello Stato, la speaker democratica della Camera Nancy Pelosi, che negli scorsi giorni lo aveva definito “patologicamente obeso”: “Non commento, è una malata di mente”, ha replicato duramente l’inquilino della Casa Bianca. Di lì a poco la nuova battuta di Pelosi che lo ha definito un “bambino coi pantaloni infangati e le scarpe sporche di pupù di cane”. “Trump soffre di confabulazione – ha insistito la speaker dem – è uno che rimuove i vuoti di memoria con invenzioni che crede vere. Non conosce la verità e gli basta dire qualcosa per crederci, perché l’ha detto lui”.

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