Negli Stati Uniti, ad oggi, i morti a causa della pandemia del Covid hanno superato quota 450mila. Sono i dati rilasciati dalla Johns Hopkins University, che ha rilevato un totale di 26.554.792 contagi nel paese e 450.681 decessi. Un bilancio in continuo e rapido aumento, visto che il 19 gennaio scorso aveva sorpassato la soglia dei 400mila.
Sempre secondo lo studio dell’università americana di Baltimora, gli Usa rimangono al primo posto per morti, seguiti dal Brasile e dal Messico. Proprio la nazione del centro America ha registrato il record di nuovi decessi giornalieri (1707). In tutto il mondo, invece, sono oltre 2,2 milioni a fronte di circa 104 milioni di contagi. In Cina, la Commissione Nazionale per la Salute, ha riferito di 30 nuovi casi di coronavirus nel paese, di cui 17 a seguito di infezioni locali. Anche negli ultimi due giorni le cifre segnalate da Pechino sono state simili, con 25 nuovi contagi mercoledì e 30 martedì.
Intanto, nel Regno Unito, l’Università di Oxford ha iniziato uno studio con l’obiettivo di testare l’efficacia dell’immunizzazione anti-Covid con due vaccini diversi. Al momento per la prima dose e il richiamo è infatti utilizzato lo stesso tipo di vaccino. L’analisi è condotta dal National Immunisation Schedule Evaluation Consortium, che somministrerà ai volontari una dose del prodotto di AstraZeneca e una, dopo settimane, di quello Pfizer (o viceversa). Nel test, che durerà 13 mesi, sono coinvolti più di 800 persone con età superiore ai 50 anni. Usare due vaccini differenti potrebbe accelerare la campagna di immunizzazione e permetterebbe di fronteggiare possibili ritardi nelle consegne.
Contrario il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, che è intervenuto a Sky TG24 definendo la possibilità dei due vaccini “significativamente aleatoria”.