Dieci anni fa, alle 21,45 del 13 gennaio 2012, si consumava la tragedia della nave da crociera Costa Concordia. L’imprudenza del comandante Francesco Schettino e numerosi problemi di comunicazione e organizzazione causarono la morte di 32 persone nei pressi dell’Isola del Giglio.
La Concordia era uno degli ultimi gioielli di Costa Crociere e del Colosso statunitense Carnival Corporation, varata solo sei anni prima al costo di 450 milioni di dollari. Una nave lunga 290 metri con 14 ponti, 1.500 cabine, 5 ristoranti, una spa di 6 mila metri quadri e un ricco programma di intrattenimento per i suoi ospiti. La nave era partita da Civitavecchia, all’altezza del promontorio dell’Argentario, in direzione Savona per l’ultima tappa della crociera “Profumo d’agrumi”. Nei pressi dell’isola del Giglio aveva urtato uno scoglio riportando l’apertura di una falla lunga circa 70 metri. L’impatto aveva provocato un forte sbandamento, l’incaglio sui fondali, seguito poi, dal parziale affondamento della nave.
A capo dell’imbarcazione c’era il comandante Francesco Schettino, condannato a 16 anni e in carcere dal 2017, che aveva deciso di omaggiare con il tristemente famoso “inchino” le case di Giglio Porto, avvicinandosi in modo più che imprudente all’isola. Dopo l’impatto, il comandante aveva tentato una serie di manovre ma la nave era ormai ingovernabile. Alle 22:51, Schettino aveva, quindi, ordinato l’abbandono della nave dove era scoppiato il caos. A mezzanotte la nave si era piegata sugli scogli e circa un’ora dopo era arrivata la telefonata, divenuta simbolo della tragedia, da parte del capitano di fregata Gregorio De Falco che aveva redarguito Schettino per aver abbandonato l’imbarcazione prima di aver controllato le condizioni di tutti i passeggeri.
Al netto delle complesse vicende giudiziarie seguite al naufragio, di questa grande tragedia rimane il dolore per le 32 vittime e il commosso ricordo di alcuni gesti eroici come quello di Giuseppe Girolamo, musicista pugliese di 30 anni, che aveva ceduto il suo posto nella scialuppa di salvataggio a una bambina. Giuseppe perse la vita, ma nessuna medaglia al valore ricorda ancora il suo gesto.