ROMA – Alfredo Cospito ha ripreso ad assumere gli integratori, pur mantenendo lo sciopero della fame. Sabato 11 febbraio il detenuto era stato trasferito dal centro clinico del carcere milanese di Opera al reparto di medicina penitenziaria del San Paolo. Fino alla mattina del 13 febbraio l’anarchico era andato avanti con acqua, zucchero o sale. “Mi ha detto che non vuole suicidarsi”, ha dichiarato la sua avvocata, Caterina Calia.
Dopo 117 giorni di sciopero della fame, la decisione di Cospito di riprendere gli integratori è stata presa dopo la richiesta del procuratore generale Piero Gaeta di revocare il regime del 41 bis, in vista dell’udienza del 24 febbraio in Cassazione, quando la Suprema Corte dovrà pronunciarsi sul ricorso della difesa contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Roma di confermare il regime del carcere duro. Nel frattempo, il caso Cospito sta per approdare alla Corte Costituzionale, che fisserà quanto prima l’udienza per la discussione.
La decisione di Cospito arriverebbe anche dopo il parere che il procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, ha inviato lo scorso 2 febbraio al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e reso pubblico il 13 febbraio. Si tratta di quattro pagine in cui si invita l’autorità politica a valutare il trasferimento di Cospito in Alta Sicurezza con censura.
Intanto il 15 febbraio il Guardasigilli terrà un’informativa alla Camera sulla richiesta di valutare la revoca del 41 bis e sulla questione delle intercettazioni.
Dall’Associazione Antigone, invece, per voce del presidente Patrizio Gonnella, arriva l’ennesimo appello al ministro Nordio a compiere “un passo di ragionevolezza, umana e politica”. L’Associazione si augura che la Cassazione anticipi la data del 24 febbraio: “Quando c’è di mezzo la vita delle persone si può anticipare. Dall’altro lato confidiamo che quanto scritto dal pg della Cassazione possa aiutare il ministro Nordio ad assumere una decisione che forse non ha potuto prendere per timore di andare incontro a polemiche”.