ROMA – Sono ore di attesa e tensione a Roma dove è riunita la Corte di Cassazione per decidere sulla revoca del 41 bis ad Alfredo Cospito, l’anarchico condannato per aver gambizzato un dirigente della Ansaldo e per l’attentato dinamitardo alla scuola allievi carabinieri di Fossano. Sono cinque i giudici che decideranno sulla revoca al 41 bis dell’attentatore, a partire dalla presidente del collegio Angela Tardio e dal relatore del caso Gaetano Di Giuro. L’udienza si svolge a porte chiuse e la decisione potrebbe arrivare entro domani. L’uomo, ricoverato nel reparto penitenziario dell’Ospedale San Paolo di Milano, è in sciopero della fame da oltre 120 giorni.
Allerta massima per le strade di Roma. Il timore è che possano esserci nuovi scontri dopo quelli delle scorse settimane.Il Palazzaccio è blindato per il sit in degli anarchici. Ai lati dell’ingresso principale della Cassazione stazionano i blindati della polizia e numerosi agenti, anche in borghese. I manifestanti sono circa una quarantina mentre la presenza dei giornalisti e degli agenti di polizia e carabinieri è più massiccia. “La nostra voglia di libertà è più forte della vostra autorità. Se Alfredo muore, ve la faremo pagare” ha detto uno dei manifestanti. I sostenitori di Cospito hanno anche appeso uno striscione con su scritto “Lo Stato democratico tortura con il 41 bis”. Un manifesto su sfondo giallo è disteso sul prato e recita “Lo Stato tortura, con Alfredo, contro 41 bis e ergastolo”, su un altro a sfondo nero c’è scritto “Il carcere uccide”. Un altro ancora “41 bis = Tortura”.
Manifesti che si aggiungono a quelli esposti nei giorni precedenti nella capitale. Uno è stato esposto all’Altare della Patria con la scritta “L’Italia tortura, con Alfredo. No 41 bis, no ergastolo”. I quattro autori sono stati identificati dalla Digos.