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Corvi a Viale Mazzini. Spedite lettere anonime sui conti truccati alla redazione del Tg1.

di Leonardo Rossi11 Aprile 2013
11 Aprile 2013

Delazione da basso impero nei corridoi di Viale Mazzini. Secondo quanto è riportato dal Corriere della Sera, è tornata la pratica delle missive anonime. Due lettere, non firmate, sono state spedite ad Anna Maria Tarantola e Luigi Gubitosi, Presidente e Amministratore delegato Rai. Un’altra, sempre dello stesso tenore, e assolutamente anonima, è stata recapitata alla Procura romana, guidata da Luigi Pignatone. Della. Il fascicolo è stato affidato al sostituto procuratore Francesco Caporale, responsabile dei procedimenti contro la Pubblica Amministrazione.
Ci si deve preparare a una RaiLeaks con relativi corvi? La storia è semplice. Alcuni redattori, nomi noti o meno, avrebbero usufruito di retribuzioni festive pur non avendone diritto. Secondo una regola contrattuale se si entra prima delle 5,30 e si esce dopo le 20 si ha diritto ha un 20% in più sulla busta paga. Molti quindi avrebbero chiesto di “mettere firma” pur di aver la maggiorazione.
La vicenda risalirebbe alla direzione Maccari, e sfiorerebbe anche la direzione Minzolini del Tg dell’ammiraglia Rai. Ovviamente, di quanto accade è stato avvertito anche l’attuale direttore del Tg1, Mario Orfeo, che avrebbe dato il via a un’indagine interna che avrebbe fatto emergere già alcune irregolarità, subito definite però lievi.
Secondo le norme della Rai i giornalisti non devono timbrare cartellini nè firmare niente all’ingresso. Ogni singola variazione sull’orario ufficiale viene registrato su un foglio diverso, e confirmato dal responsabile di turno.
L’Usigrai è intervenuto sulla vicenda con un comunicato stampa. «Se qualcuno ha commesso giusto che venga sanzionato. Siamo i primi a chiedere chiarezza e trasparenza». E proprio sul tema degli orari e dell’organizzazione del lavoro il sindacato chiede «chiarezza da tempo». L’Usigrai però pone dei limiti: «Non possiamo accettare che si metta in moto la macchina del fango». «Se è vero che esiste un’indagine – continua il comunicato -, si lasci lavorare la magistratura con serenità. Non vorremmo che qualcuno avesse interesse a gettare discredito sull’intera Rai».

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