Un poliziotto che vive a Pomezia e lavora a Roma, nel commissariato del quartiere Spinaceto, nel IX Municipio della Capitale, è risultato positivo al Coronavirus. L’uomo, che ha più di 50 anni, era in malattia dallo scorso 25 febbraio con sintomi influenzali e una polmonite ed aveva ricevuto la visita di un parente proveniente da una delle zone focolaio della Lombardia. A confermarlo l’Assessore alla Sanità e l’Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio Alessio D’Amato, che ha spiegato: “Sono stati ricostruiti tutti i contatti stretti e posti sotto sorveglianza sanitaria. Si conferma il link epidemiologico con la Regione Lombardia”.
Al momento l’agente si trova ricoverato all’Ospedale Spallanzani, dove è stato accertato il contagio dopo un primo tampone positivo ieri all’ospedale Gemelli. Il commissariato di Spinaceto oggi è chiuso in via precauzionale, ma i poliziotti non hanno ancora ricevuto indicazioni precise. Sono tuttavia tranquilli, in attesa di avere notizie dai medici sul loro collega, che comunque non sarebbe in gravi condizioni. Non è chiaro se si farà una sanificazione della struttura coordinata dall’Asl competente, né per quanto tempo rimarrà chiuso l’edificio.
Intanto a Pomezia è stato chiuso a scopo precauzionale il liceo Pascal, frequentato dal figlio dell’agente. Il Comune spiega che “sono in corso i controlli sui familiari”. Nei minuti successivi all’accertamento ufficiale del caso sono girati falsi messaggi audio sui social che parlavano di una chiusura straordinaria degli accessi alla città. L’informazione, che sembrava confermata dai numerosi posti di blocco nei punti strategici della cittadina predisposti dai carabinieri, ha creato il panico.
In realtà, come ha spiegato il capitano della Compagnia dei carabinieri di Pomezia a Il Corriere della Città si tratta di “controlli preventivi anticrimine” già previsti prima di sapere del contagio per cui “non esiste alcun legame con il caso di Coronavirus”.
