Il livello di allerta ora è alto anche negli Stati Uniti: il Coronavirus spaventa gli americani e rischia di mettere in crisi il modello di sistema sanitario del Paese. Sono 11 le morti causate dal Covid-19 e la diffusione dell’epidemia ha spinto la California, la Florida e Washington a dichiarare lo stato di emergenza.
La Camera degli Usa ha stanziato 8 miliardi di dollari per fronteggiare l’avanzata del virus e il presidente Donald Trump ha affidato al vice Mike Pence il coordinamento delle operazioni da mettere in atto per rispondere alla crisi. Intanto, a causa dei contagi, anche grandi aziende come Facebook hanno chiuso tutti gli uffici, annunciando che la misura preventiva sarà valida per tutto il mese di marzo.
Anche la filiale di Amazon a Seattle ha preso i primi provvedimenti per limitare la diffusione del virus: tutti i dipendenti sono stati invitati a lavorare da casa.
Nel mondo il numero delle persone contagiate dal virus sono ora più di 90.000, mentre le morti superano le 3.000. La Cina sta superando la fase più acuta dell’emergenza e ora non è più il paese che registra gli aumenti giornalieri maggiori di decessi e contagi. La situazione è invece sempre più preoccupante in Corea del Sud, dove in 6.000 hanno contratto il virus, e l’Iran: qui la diffusione del Covid-19 appare fuori controllo, con oltre 100 morti secondo i dati ufficiali forniti dal regime degli Ayatollah. Inizia a crescere il numero dei contagi anche nel continente africano: il bilancio sale a 26 casi, con i nuovi 4 segnalati in Senegal e i 17 dichiarati dal ministero della sanità algerino.
In Europa la situazione si fa sempre più preoccupante: primo decesso registrato in Svizzera, una donna di 74 anni di Losanna, e 27 nuovi casi in Belgio. Il bilancio dei contagiati supera i 300 sia in Francia che in Germania, dove è stata vietata l’esportazione di mascherine, guanti e tute protettive dopo che il ministro della Salute ha parlato apertamente di pandemia.