Un sospiro di sollievo proveniente da Wuhan. Il diciassettenne italiano di Grado non ripartito domenica notte insieme agli altri 56 connazionali rimpatriati con un aereo militare perché febbricitante è risultato negativo al test. Il ragazzo, partito per la Cina lo scorso agosto, è ora assistito da due italiane incaricate dalla nostra ambasciata, in un bed & breakfast di Wuhan, in attesa di guarire e di rientrare in Italia. Il ragazzo, in una conversazione via Skype con la famiglia, ha rassicurato i parenti sulle sue condizioni. La Farnesina sta dialogando con il governo cinese per organizzare il rimpatrio.
In Italia sta facendo discutere la lettera mandata ieri al Ministero della Sanità dai governatori di Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige in cui si chiede che i bambini provenienti dalla Cina siano sottoposti a una quarantena di 14 giorni prima di rientrare in classe, sebbene sotto il regime della scuola dell’obbligo. Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, stamattina ha dichiarato che non c’è certezza sulla possibilità che un bambino, asintomatico, non possa poi sviluppare la malattia e contagiare i compagni di classe.
Ai quattro governatori ha risposto il ministro degli Affari regionali e alle Autonomie Francesco Boccia: “le linee guida in materia di tutela della salute in Italia sono competenza dello Stato. L’organizzazione sanitaria spetta alle Regioni. Ognuno faccia il proprio lavoro”. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte chiede ai presidenti di regione firmatari della lettera di “fidarsi delle autorità”, per poi invitare gli italiani alla calma, perché “non ci sono i presupposti per allarme o panico” sul coronavirus in Italia. Il premier inoltre ha chiesto alla classe politica di dare messaggi di tranquillità e serenità, dato che “la situazione è sotto controllo”.
L’istituto superiore della Sanità ha dichiarato che in Italia la situazione legata al Coronavirus è “continuamente monitorata” e che i casi confermati sono stati gestiti secondo le raccomandazioni internazionali.
L’epidemia del Coronavirus rischia di danneggiare gravemente il settore turistico italiano. Poco fa Marco Misicchia, presidente del Cna Turismo Roma, ha detto che le disdette delle prenotazioni dei turisti cinesi e dei viaggiatori provenienti dai paesi contigui alla Cina, rischia di provocare un ammanco al settore ricettivo romano di circa il 30% del fatturato.