In tempi di quarantena anche attraverso gli schermi del pc o dello smartphone si possono ammirare le opere artistiche di diversi musei del mondo. In versione digitale poli museali come la Galleria Borghese di Roma, il Mann di Napoli o il Met di New York propongono agli utenti un catalogo di eventi culturali molto ricco.
Nella Capitale, la Galleria Borghese celebra i 400 anni dalla scomparsa di Raffaello con un video esclusivo su YouTube dedicato al restauro della sua “Deposizione di Cristo”, mentre il MAXXI dà un appuntamento a tutti gli appassionati di arte moderna con la mostra “Bellissima. L’Italia dell’alta moda 1945-1968”, già ospitata tra il 2014 e il 2015. Ma le mura (digitali) del Museo delle arti del XXI secolo saranno il luogo di viaggio anche per i non udenti, accompagnati dal duo di artisti inglesi Gilbert & George attraverso le videoguide nella lingua dei segni italiana (LIS).
A Napoli, invece, tra archeologia e fotografia, il MANN – Museo archeologico nazionale – porta su YouTube un’anticipazione della mostra “Sing Sing. Il corpo di Pompei di Luigi Spina”, con scatti di alcuni preziosi reperti conservati nei depositi del Museo stesso. Spostandosi più su nello stivale, ma sempre rimanendo sul divano di casa, il Castel Sismondo di Rimini apre virtualmente le porte al pubblico per una passeggiata tra le sale della mostra “Fellini 100. Genio immortale”, ideata da Studio Azzurro e aperta a dicembre scorso in occasione del centenario della nascita del grande regista.
Il museo OGR di Torino, invece, svela i retroscena della realizzazione di “Procession of reparationists” dell’artista sudafricano William Kentridge e i complessi lavori preparatori del dipinto murale “Track” di Arturo Herrera, entrambi opere permanenti del polo torinese, con la nuova rubrica “Come nasce una mostra”. Oltreoceano il Metropolitan Museum di New York celebra 150 anni di vita a porte virtualmente aperte. Sul sito ufficiale del polo newyorkese si può gustare anche un assaggio di “Making the Met”, la mostra, quasi completamente montata, che avrebbe dovuto raccontare la storia del museo attraverso i suoi oggetti più celebri, come la statua della sovrana egizia Hatshepsut, il ritratto di “Madame X” di John Singer Sargent e la Santa Rosalia che protegge Palermo dalla peste di Antoon Van Dyck.