NEWS ANSA

Sito aggiornato alle 13:19 del 21 novembre 2024

HomePolitica Coronavirus, Inps: tra marzo e aprile in Italia 47 mila morti in più

Morti quasi raddoppiate
a causa del Coronavirus
Province più colpite: +200%

Secondo il report pubblicato dall'Inps

la mortalità al nord è salita dell'84%

di Mariacristina Ponti21 Maggio 2020
21 Maggio 2020

La situazione nell'ospedale di Brescia

La pandemia di Sars Cov-2 che ha colpito l’Italia e il mondo intero ha lasciato degli strascichi importanti, soprattutto a livello di mortalità. A rilevarlo, stavolta, è l’Inps nel suo studio “Analisi della mortalità nel periodo di epidemia da Covid-19”, appena pubblicato.

Secondo l’istituto di previdenza sociale, tra gennaio e febbraio, nel nostro Paese, i morti sono stati 114.514, 10.148 in meno rispetto a quelli attesi, che erano 124.662. Fin qua, tutto bene. I dati veramente preoccupanti sono quelli del periodo marzo-aprile, in cui le morti attese sono cresciuti di 46.909 unità, arrivando a toccare, quindi, i 156.429 decessi contro 109.520 attesi. Un aumento percentuale del 43%: “Con le dovute cautele possiamo attribuire una gran parte dei maggiori decessi avvenuti negli ultimi due mesi, rispetto a quelli della baseline riferita allo stesso periodo, all’epidemia in atto”, commentano dall’Inps.

Il numero dei morti è cresciuto, neanche a dirlo, soprattutto al Nord. Sempre nello studio dell’istituto, infatti, si leggono le percentuali dei mesi di marzo e aprile in confronto alla media degli anni precedenti: nella zona settentrionale dell’Italia l’aumento della mortalità registrato è dell’84%, contro l’11% del Centro e il del 5% del Sud. Tra le province più colpite, si legge ancora nel report, ci sono Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Piacenza con percentuali oltre il 200%. Nel Nord-Ovest l’incremento dei decessi si attesta intorno al 50%, meno quindi del Nord in toto, ma molto di più rispetto al resto della penisola.

“La quantificazione dei decessi per Covid-19, condotta utilizzando il numero di pazienti deceduti positivi fornito su base giornaliera dal Dipartimento della Protezione Civile – scrive l’Inps – è considerata, ormai, poco attendibile in quanto influenzata non solo dalla modalità di classificazione della causa di morte, ma anche dall’esecuzione di un test di positività al virus”. A stridere, infatti, è l’aumento di quasi 19mila decessi nel periodo preso in esame: stando ai dati in mano alla Protezione civile, infatti, le morti dichiarate come Covid-19 sono state 27.938. “Tenuto conto che il numero di decessi è piuttosto stabile nel tempo, con le dovute cautele, possiamo attribuire una gran parte dei decessi avvenuti negli ultimi due mesi all’epidemia in atto”, commentano ancora. Dopo tutto, anche il luogo in cui il decesso avvenuto è rilevante, se il potenziale malato di Coronavirus è morto in ospedale gli è stato sicuramente fatto un test, diverso è il caso in cui il potenziale malato è morto tra le mura di casa.

Ti potrebbe interessare

logo ansa
fondazione roma
Carlo Chianura
Direttore delle testate e dei laboratori
Fabio Zavattaro
Direttore scientifico
@Designed & Developed by Bedig