Scene di isteria collettiva, in Ucraina, davanti alla minaccia del coronavirus. Nella notte, una folla inferocita ha lanciato sassi e acceso fuochi contro alcuni pullman che trasportavano 45 cittadini ucraini e 27 stranieri rimpatriati con un volo da Wuhan.
L’episodio è avvenuto fra l’aeroporto di Kharkiv, dove i passeggeri erano atterrati, e l’ospedale di Novi Sanzhary, dove erano diretti per un periodo di quarantena. A scatenare la protesta potrebbe essere stata una falsa email del ministero della Salute ucraino, secondo la quale i rimpatriati – in realtà tutti negativi ai test – avrebbero in realtà contratto il virus.
Nel frattempo, in Corea del Sud ci sono stati altri 48 casi, che portano il conteggio totale a 204 infetti. Una situazione comunque “gestibile”, secondo il Korea Center for Disease Control and Prevention, nonostante i contagi si siano quadruplicati negli ultimi tre giorni.
Intanto, in Cina il bilancio delle vittime del coronavirus arriva a 2233, con altri 155 decessi a Hubei. E l’industria dell’auto ne risente: il blocco imposto dal Governo centrale alla riapertura delle fabbriche nella regione, nei primi sedici giorni di febbraio ha ridotto le immatricolazioni del 92%. Lo riferiscono le statistiche della China Passenger Car Association. In Iran, infine, altri due morti.