HomeCronaca Coronavirus, in Italia oltre 110mila contagi. Si abbassa la curva dei morti in Veneto

Covid-19, 110 mila contagi
in tutta Italia
La curva inizia a scendere

Centro-nord verso un miglioramento

Situazione ancora critica al sud

di Chiara Capuani02 Aprile 2020
02 Aprile 2020

Continua la lotta al Coronavirus in Italia. Dall’inizio dell’epidemia, nel nostro Paese, i casi di persone che hanno contratto il virus sono 110.574, quattromila persone in più rispetto a ieri per una crescita pari al 4,5%. Di queste, 13.155 sono decedute e 16.847 sono guarite. Il governo ha dunque deciso di prolungare le misure restrittive almeno fino al 13 aprile, il giorno di Pasquetta.

“Non bisogna abbassare la guardia” ripetono sia il presidente del Consiglio sia il ministro della Salute Roberto Speranza sapendo bene qual è l’indicazione che arriva dagli esperti: mantenere rigide le misure di contenimento e il distanziamento sociale per evitare che i risultati ottenuti vengano vanificati e il virus riprenda la sua folle corsa, soprattutto nelle regioni del Sud.

Segnali di ripresa, arrivano soprattutto dalle regioni più colpite del Nord Italia. In Veneto, secondo i dati forniti dalla protezione civile, nonostante la crescita dei positivi al Sars-Covid2, la curva dei decessi rallenta, e si attenua la pressione per i ricoveri in area non critica e nelle rianimazioni. Anche la Lombardia, ieri, ha registrato una diminuzione dei ricoveri per Coronavirus. Segnali positivi, anche dalle regioni centrali, tuttavia bisognerà attendere almeno una settimana prima che la curva dell’epidemia cominci a scendere in modo statisticamente significativo in tutte le regioni, mentre al Sud la situazione rimane critica.

“Siamo in una fase di rallentamento dei casi ma la discesa sarà lenta” ha dichiarato Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano in un’intervista a Rainews24. “Finché non ci sarà un vaccino, – ha aggiunto – si auspica entro un anno, non ci potremo liberare dal nuovo Coronavirus. Non sappiamo ancora molto in merito all’immunità al SarsCov2 ma sulla base delle conoscenze relative al virus Sars del 2001 è stato evidenziato lo sviluppo di immunoglobuline della memoria. Tuttavia, per i test rapidi sierologici che rilevano gli anticorpi, non c’è ancora una completa sicurezza rispetto al rischio di falsi positivi e negativi. È necessaria una validazione a livello nazionale”.

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