Se l’Italia inizia a pensare alla fase 2, anche le altre nazioni europee stanno organizzando la ripartenza post-Covid, seppur con differenze che dipendono dalla situazione interna dei singoli stati.
La Germania sembra il Paese più vicino a tornare alla normalità. Ieri sono stati riaperti i negozi e in alcuni stati i liceali hanno iniziato le prove di maturità. La cancelliera Angela Merkel, però, continua a chiedere ai tedeschi il rispetto delle misure: “Non dobbiamo mai perdere di vista che siamo ancora alle prime battute di questa pandemia, non dobbiamo sentirci al sicuro neppure per un istante. Dobbiamo mantenere disciplina e concentrazione”.
Non soltanto la Germania ha allentato le restrizioni, ma anche l’Austria, con la riapertura dei fast food e la Norvegia, con quella degli asili. La Danimarca da ieri è già alla fase 3: dopo le scuole hanno riaperto anche i parrucchieri. Nella vicina Svezia non ci sono mai state vere e proprie restrizioni, infatti fino a ieri i ristoranti erano affollati. Il capo degli epidemiologi svedesi Anders Tegnell, lo scienziato dietro la strategia del governo di non applicare una chiusura totale nel Paese, ha invitato la popolazione a rispettare il distanziamento sociale e il lavaggio accurato e frequente delle mani.
In Gran Bretagna, secondo un’inchiesta giornalistica, sono stati 545 i voli privati atterrati negli aeroporti nel corso delle ultime quattro settimane. I passeggeri che giornalmente arrivano nel Regno Unito su voli di linea sono 15mila. Tra questi, anche quelli dai paesi più colpiti dalla pandemia.
Situazione diversa in Francia, dove nelle ultime 24 ore sono stati superati i 20mila decessi. La portavoce del governo francese, Sibeth Ndiaye, ha detto che Parigi ha ancora bisogno di tempo per preparare il suo piano di progressiva uscita dalle rigide misure per contrastare il Coronavirus. Contesto simile anche in Spagna: ieri c’è stato un lieve aumento del numero di morti, che in totale sono più di 21mila.
In Ungheria, il premier Viktor Orban, sta facendo sgomberare gli ospedali per far posto ai malati di Covid-19. La decisione ha scatenato polemiche e proteste: secondo alcuni esperti, i numeri dell’epidemia non giustificano la drasticità del provvedimento.