Il governo si prepara a varare un nuovo decreto legge per fronteggiare la pandemia da Coronavirus. Nella bozza in fase di preparazione la quarantena con sorveglianza attiva o quella domiciliare fiduciaria saranno equiparati alla malattia, certificata dal medico curante. Sarà a carico dello Stato, e quindi non di Inps e datori di lavoro, il costo per i lavoratori privati in malattia.
Un altro punto è quello della cassa integrazione in deroga per i lavoratori dipendenti, compresi gli agricoli, che non sono coperti dalla cig ordinaria. È poi in discussione la possibilità di requisire alberghi o altre strutture per le persone in quarantena.
In una intervista al Corriere della Sera la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha dichiarato: “Se non avremo i risultati sperati, siamo pronti a nuove scelte coraggiose”. La titolare del Viminale non esclude poi di aumentare il numero di militari per le strade, per poter effettuare un numero ancora maggiore di controlli.
Altri contenuti del nuovo decreto sono stati anticipati anche dalla ministra del lavoro e delle politiche sociali Nunzia Catalfo nel corso di un’intervista al quotidiano Avvenire: dopo aver tranquillizzato che “nessuno perderà il lavoro a causa del Covid-19”, la ministra ha spiegato che saranno garantiti ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori e congedi parentali per aiutare i genitori con figli. “Le famiglie potranno chiedere il congedo dall’entrata in vigore del decreto con effetto retroattivo. Questa misura, che avrà una durata di 15 giorni e prevederà un’indennità parametrata alla retribuzione per tutti coloro che hanno figli fino a 12 anni e senza limiti di età per chi ha figli disabili, sarà accessibile a tutti quei nuclei che ne hanno bisogno” ha detto Catalfo. Per i lavoratori autonomi invece saranno previste indennità una tantum di mille euro per co.co.co autonomi e professionisti iscritti alla gestione separata dell’Inps. Anche per i lavoratori stagionali di spettacolo, turismo e agricoltura, senza occupazione a causa dell’emergenza, è prevista une indennità una tantum oltre alla sospensione del versamento dei contributi previdenziali e assistenziali sempre per gli autonomi.
Al vaglio poi, secondo l’Ansa, anche l’ipotesi di una riduzione delle bollette per tutto il 2020.