Non c’è solo il problema dell’emergenza sanitaria. Il Covid-19 sta mettendo a dura prova l’assetto economico dell’Italia e del mondo intero. Nel Belpaese a risentirne è il settore turistico e dei trasporti. Nel prossimo trimestre, secondo le previsioni di Confturismo-Confcommercio, ci saranno 31,625 milioni di turisti in meno in Italia, con una perdita di 7,4 miliardi di euro.
“La situazione è drammatica per tutto il comparto”, afferma il presidente di Confturismo-Confcommercio, Luca Patanè. “Purtroppo stiamo pagando le conseguenze di una comunicazione mediatica molto più letale del virus. Servono provvedimenti per immettere liquidità nel sistema per far respirare le imprese del settore ma è necessario anche intervenire a livello governativo per far terminare i blocchi all’ingresso degli italiani nei paesi esteri e i blocchi ai flussi turistici degli stranieri verso l’Italia”.
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ha spiegato che sono disponibili 716 milioni di euro per sostenere il settore delle imprese che in questo momento affrontano difficoltà economiche a causa della riduzione delle commesse, del rallentamento del commercio internazionale e dall’annullamento delle fiere causato dal diffondersi del virus.
La crisi del settore economico non spaventa solo l’Italia. Negli Usa la Federal Reserve, banca centrale degli Stati Uniti, ha tagliato di 50 punti il costo del denaro e l’ha fatto ancor prima della riunione prevista per il 17 e 18 marzo.
Anticipare i tempi per scongiurare il rischio di una recessione globale, questo l’obiettivo della Fed. Ma Donald Trump sembra apprezzare fino ad un certo punto considerando che i bond Usa prevedevano tagli fino a 100 punti.
Intanto le stime dell’Ocse annunciano che il Pil mondiale è in calo dello 0,5%. Da Francoforte dicono che non si muoverà nulla fino alla riunione prevista per il 12 marzo ma Christine Lagarde, presidente Bce, si dice pronta ad adottare tutte le misure necessarie per combattere l’epidemia da coronavirus. Proprio la Bce ha già stanziato 45 milioni di euro per la ricerca farmaceutica, e dovrebbe annunciare un calo sul tasso dei muiti e prestiti dallo 0,5% allo 0,8%.
Adesso si attende la mossa dell’Opec, l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio. Al momento la riduzione messa in atto dalla Fed non ha influito sul prezzo del greggio ma la situazione sul mercato è «estremamente grave», ha dichiarato l’algerino Mohamed Arkab, presidente di turno dell’Opec, e pertanto richiede “un’azione concreta, credibile, solidale e rapida”.
I 13 ministri dell’Organizzazione discuteranno oggi a Vienna il da farsi, mentre domani, 6 marzo, la palla passerà alla Russia.