Quello del coronavirus sull’economia italiana è un impatto “esteso e profondo”. Lo fotografa l’Istat nella sua nota mensile: un quadro preoccupante per i settori produttivi dell’Italia, che inciderà profondamente sul Pil. Il report dell’Istituto di statistica fa il paio con i dati diffusi ieri dalla Commissione europea: il prodotto interno lordo 2020 calerà del 9,5%, diminuzione seconda solo a quella della Grecia (-9,7). Gli altri grandi Paesi europei reggeranno un po’ di più: la Spagna fa segnare -9,4, Francia -8,2, Germania -6,5. Il crollo del Pil farà impennare anche il rapporto con il debito pubblico, che si stima sfonderà il tetto del 160%.
Nei prossimi mesi l’Europa dovrà affrontare una delle più grandi recessioni mai viste. La causa è chiara, il lockdown imposto dal coronavirus, ma impatta in maniera diversa su ogni settore, come riporta oggi l’Istat.
Le vendite al dettaglio calano del 20,5% in valore: influisce sul dato il -36% dei beni non alimentari. Quello alimentare è l’unico settore a resistere: le vendite nei supermercati nell’ultimo mese sono cresciute del 14%. Per tutti gli altri negozi il calo percentuale è a due cifre, mentre cresce la vendita online del 20,7%. L’abbigliamento segna -57,1%, le calzature -54,1%, i giochi per bambini -54,2%. In calo anche le vendite di farmaci, ma in misura più ridotta (-6,3).
Nonostante l’allentamento delle misure restrittive, l’Istat segnala circa 800mila imprese ancora non ripartite: circa il 20 per cento delle aziende totale. Stop che incide sull’inattività del 15,7% dei lavoratori.
Nel report si evidenzia che “lo scenario economico internazionale, a causa del perdurare della pandemia e delle relative misure di contenimento, continua a essere eccezionalmente negativo”. Questo soprattutto in Europa. La produzione industriale cala in Francia del 16,2 per cento e in Germania del 9,2: diminuzione più netta di quella attesa dagli economisti. Una frenata che incide anche sull’Italia che, per via delle restrizioni dei partner esteri, registrerà almeno un -3,4 per cento di produzione manifatturiera. Il commercio al dettaglio nel continente – rivela Eurostat – segna invece un -10,4%, con un calo per i prodotti non alimentari del 23,6%: un dato comunque inferiore a quello del nostro Paese.