Il coronavirus continua lentamente a diffondersi e porta con sé conseguenze che travalicano i ristretti confini della medicina. Nel mondo le vittime da Covid-19 sono ormai vicine alle 1.900 unità, 1.800 delle quali nella sola Cina, la quasi totalità concentrate nella regione dell’Hubei, dove ha preso piede il focolaio. La vittima illustre di questa mattina è il direttore dell’ospedale Wuchang Hospital di Wuhan, il dottor Liu Zhiming, che aveva contratto la malattia nei giorni scorsi, mentre assisteva le migliaia di malati ricoverati nella più grande struttura ospedaliera della regione.
La Diamond Princess
I controlli rimangono serrati in tutto il mondo, tanto è che al di là delle frontiere cinesi, il luogo dove maggiore è la diffusione del virus non è uno stato, bensì la Diamond Princess, la nave da crociera ormeggiata nel porto di Yokohama: 454 i casi accertati a bordo. E ci sarebbe anche il primo italiano infetto: la notizia è stata diffusa dal Dipartimento di Protezione Civile. La positività del passeggero, sottolinea il Dipartimento, è emersa al termine degli esami sanitari che sono stati effettuati a bordo. Sulla nave i nostri connazionali sono una quindicina di membri di equipaggio e una decina di passeggeri. Da quella che è stata definita “l’incubatrice perfetta”, giovedì verranno riportati in patria altri 22 italiani grazie ad un volo speciale dell’Aereonautica militare, e che dovrebbe partire già domani dall’aeroporto di Pratica di Mare. Saranno 500 le persone in totale che dovrebbero sbarcare.
La nave Westerdam: la situazione
Adesso a preoccupare è il caso di una nuova nave, l’americana Westerdam, dalla quale è sbarcata una passeggera statunitense di 83 anni, trovata successivamente positiva al Covid-19. Dalla crociera, nei giorni scorsi, sarebbero scesi nel porto cambogiano di Sihanoukville oltre 1.200 passeggeri, tra cui tre italiani e due italo-brasiliani, senza aver ricevuto nessun particolare controllo sulle loro condizioni di salute. La Westerdam aveva ormeggiato in Cambogia dopo che altri cinque Paesi asiatici avevano rifiutato l’attracco, proprio per timore del virus, lasciandola in mare per 10 giorni.
Le conseguenze economiche
Sebbene il contagio rimanga controllato cominciano a farsi concrete le conseguenze del virus sull’economia mondiale. Oggi l’agenzia di rating Moody’s ha tagliato le stime sulla crescita del Pil cinese per l’anno in corso dal 5,8 al 5,2%. Il governo di Pechino ha deciso ieri l’esenzione dai dazi sull’import di attrezzature mediche americane utili per combattere il diffondersi della malattia. Sempre ieri il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha gettato acqua sul fuoco, commentando il report della holding finanziaria giapponese Nomura, che prevedeva l’Italia in recessione nel 2020 a causa dei contraccolpi economici negativi generati dal coronavirus: “È uno scenario estremo, e una delle ipotesi. Nessuno dei grandi previsori prevede l’Italia in recessione”, ha chiosato il numero uno del Mef.
Il caso di Prato
E c’è preoccupazione a Prato, dove ha sede la più folta comunità orientale italiana, per il rientro dalla Cina dei tanti residenti della città toscana, spostatisi per le festività del Capodanno locale. “Manca un’organizzazione chiara rispetto al massiccio ritorno di cinesi”, aveva denunciato ieri il deputato di Cambiamo! Giorgio Silli. La Regione intanto fa sapere che sono circa 400, di cui 370 nell’area che comprende le province di Firenze, Prato e Pistoia, “i bambini in isolamento domiciliare e che vengono controllati quotidianamente”.