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Covid-19, Conte non chiude
alle misure più restrittive
chieste da regioni del Nord

Fontana: "Necessario un blocco totale"

Cirio: "Anche noi come la Lombardia"

di Mariacristina Ponti11 Marzo 2020
11 Marzo 2020

Italian Prime Minister Giuseppe Conte attends a press conference at the end of the Council of Ministers for the Coronavirus emergency at t?he Palazzo Chigi in Rome, Italy, 08 March 2020. ANSA/PALAZZO CHIGI/FILIPPO ATTILI HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES/NO ARCHIVES

“Non c’è nessuna chiusura verso misure più restrittive”, dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi, al termine dal Consiglio dei ministri.

“Siamo disponibili a introdurle per la Lombardia e altre regioni che dovessero chiedere. Ieri c’è stata una videoconferenza: ho dato mandato al ministro Speranza di sollecitare il presidente della Regione Fontana a formalizzare le richieste motivandole. Siamo in attesa di riceverle – ha continuato il presidente del Consiglio, che si sta confrontando giorno dopo giorno con medici, epidemiologi, ma anche con la Protezione civile per cercare di arginare, quanto più possibile, l’ondata di contagi per Coronavirus in Italia.

“Siamo disponibili a seguire l’evolversi della curva epidemiologica e le richieste dovessero pervenire” ha aggiunto Conte evidenziando ancora una volta la sua posizione cauta: “Non affidiamoci a istanze emotive”.

Le richieste della Lombardia
Attilio Fontana, che si fa da portavoce dei sindaci della regione Lombardia, ha le idee chiare: blocco totale delle attività nella regione, quindi stop al commercio, alla produzione e ai trasporti. L’ha detto prima in conferenza stampa e poi in un’intervista al Corriere della Sera. “Se il contagio continua a diffondersi a questa velocità il sistema non potrà reggere ancora a lungo”, afferma preoccupato. La Lombardia infatti è la regione più colpita e i posti in rianimazione stanno finendo, anche dopo l’aiuto e la creazione di nuovi.

Il caso Piemonte
Anche il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, è categorico: pronti a chiudere. “Se il governo deciderà che la Lombardia farà questo passo – ha detto ai microfoni di Radio 24 – credo che anche il Piemonte dovrà in qualche modo essere compreso. Ho sottoposto la riflessione all’unità di crisi e al comitato scientifico regionale, per avere già oggi un parere da trasmettere al governo”.
“È necessario – ha aggiunto Cirio – capire cosa vuol dire fermare tutto. Negozi, bar e ristoranti stanno già chiudendo di loro iniziativa. Il problema è fermare le fabbriche e credo che le autorità nazionali competenti debbano fare una valutazione di merito”.

Il Veneto
Dal canto suo Luca Zaia, presidente della Regione Venetoha ricordato a tutti che “se continuiamo a non rispettare le regole entro 15 aprile avremo 2 milioni di veneti contagiati. Dobbiamo chiamare tutti – ha aggiunto – alla responsabilità, a non andare nei fine settimana al mare, a fare passeggiate, a non andare nelle piazze o in nessun posto che non sia il lavoro o a fare la spesa”.

L’ipotesi del supercommissario
Quanto all’idea del supercommissario governativo per l’emergenza, Conte traballa un po’. “Sarebbe un errore in questo momento avocare a livello centrale i poteri delle Regioni, quando la sanità è nelle loro mani”, spiega ancora in conferenza.

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