Nel terzo giorno consecutivo di rallentamento dei contagi, l’Italia prova a guardare oltre lo scenario tragico delle ultime settimane con una flebile speranza. Non si può parlare di trend in diminuzione, quanto piuttosto di una stabilizzazione della situazione.
Anche perché i numeri di questi giorni (ieri 3.612 nuovi contagi, 118 in meno rispetto a lunedì), potrebbero nascondere delle insidie, una su tutte l’incapacità di riuscire a censire tutti i casi sparsi sul territorio nazionale.
Un rallentamento delle velocità di crescita “estremamente positivo” ha spiegato Ranieri Guerra, direttore vicario dell’Oms, aggiungendo che ” in alcune regioni credo che siamo vicini al punto di caduta della curva stessa, quindi il picco potrebbe essere raggiunto in questa settimana e poi cadere”.
La Lombardia
Un discorso che vale soprattutto per la regione italiana più colpita dall’epidemia. In Lombardia, la notizia più rinfrancante è che da qualche giorno comincia a calare il numero di pazienti che necessitano del ricovero ospedaliero. Potrebbero essere i primi modesti risultati della stretta sulla circolazione di persone di due settimane fa, anche se gli ospedali rimangono al limite delle loro capacità ricettive. A Bergamo, dove più che altrove il virus ha colpito con brutalità, i contagi ieri sono stati di meno rispetto a quelli registrati a Milano e in Brianza.
Il Nord
La seconda regione più colpita rimane l’Emilia (9.254 casi) che, dopo gli aumenti preoccupanti della scorsa settimana, ieri ha visto scendere il numero dei casi positivi al di sotto del 10%, per la prima volta dall’inizio dell’epidemia (+8,4% rispetto a lunedì). Un limite sotto al quale si sono mantenute anche le altre regioni del Nord-Italia, ad eccezione del Piemonte, dove i casi sono cresciuti del 13,5%.
Il Centro-Sud
L’Italia resta spaccata in due, a beneficio delle regioni meridionali, dove il contenimento del Covid-19 sembra essere per il momento riuscito. Per dirlo con certezza bisognerà aspettare la prossima settimana, quando si potranno fare i conti con i rientri dal nord delle migliaia di studenti e lavoratori tornati a casa per la quarantena, che potrebbero aver portato il virus nelle loro località d’origine. Un rischio che sarebbe attenuato dalle misure di contenimento già in vigore da prima che l’esodo incontrollato avesse inizio. Gli amministratori meridionali temono di non riuscire a reagire allo scoppio di eventuali focolai nelle loro regioni e in questi giorni sono stati particolarmente attivi nel cercare di limitare i danni, con iniziative che si sono tirate dietro più di una polemica.
L’ultima quella che ha riguardato il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, in quota Fratelli d’Italia, che ha fatto affiggere in varie parti della città tre cartelloni particolarmente duri nei toni, per sensibilizzare i concittadini a rispettare i divieti di circolazione. Un’iniziativa che ha ricordato quella del film premio Oscar nel 2018, Tre manifesti a Ebbing, MIssouri. Immediata la reazione dell’opposizione: “Chiediamo che il sindaco faccia rimuovere immediatamente i manifesti e si faccia promotore di una campagna informativa istituzionale semplice e diretta”.