“Siamo pronti ad aiutare l’Italia con tutto quello di cui ha bisogno, in questo momento è colpita severamente dal virus, sosteniamo tutto quello di cui ha bisogno e tutto quello che chiederà. Il prossimo potrebbe essere un altro Stato membro”. La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen spariglia dopo l’incertezza generata ieri dalla gaffe della presidente della Bce Christine Lagarde che aveva fatto crollare le Borse italiana e di mezzo mondo, oltra a fare impennare lo spread italiano sui titoli tedeschi.
Al centro delle polemiche la frase di Lagarde “Non siamo qui per ridurre gli spread”. Nulla a che vedere con il “Whatever it takes” dell’ex presidente Mario Draghi, bensì una maggiore prudenza e la ricerca dell’unanimità tra i governatori, per portare gli esecutivi ad agire.
In suo soccorso questa mattina è arrivato il capo economista della Bce Philip Lane, che sceglie un blog in un sito della Banca Centrale per comunicare l’inversione di rotta: “Siamo pronti ad adottare tutti i nostri strumenti per assicurare che gli alti spread che vediamo oggi non mettano in pericolo la trasmissione della nostra politica monetaria in tutti i Paesi dell’Eurozona”.
Le Borse e i mercati italiani hanno reagito positivamente a questa dichiarazione. Piazza Affari ha registrato un aumento del 14%, con molte sospensioni di titoli per eccesso di rialzo. Sorridono Amplifon (+11%), Recordati, Pirelli e Snam (+8%). Tra le banche spicca l’incremento di Bpm (+7,3%), Mps e Ubi (+6%). Capitolo spread. Dal picco di 262 punti di ieri si scende ai 218 di oggi. Le parole di Lane contribuiscono ad abbassare il differenziale tra Btp e Bund, col tasso all’1,79%.
Oggi è il giorno delle sospensioni alle vendite allo scoperto. Decisione presa ieri dalla Consob, che dopo tre giorni di flessioni di piazza Affari ha stoppato la cessione di 85 titoli quotati sul mercato telematico italiano. La peggior prestazione di sempre della Borsa di Milano (-16,92%) aveva portato a questo provvedimento.