Il bilancio delle vittime e dei contagiati dal coronavirus continua a salire in Cina: secondo i media locali, sono per ora 25 i morti e 616 i casi di persone infette. Intanto, una seconda città cinese, Huanggang, di sei milioni di abitanti è stata messa in quarantena. La città si trova a circa 60 chilometri di distanza da Wuhan, ritenuta il focolaio del virus, prima città in cui è stato disposto il blocco di tutti i trasporti ferroviari ed aerei.
La Commissione nazionale per la sanità cinese ha diffuso i profili sanitari delle prime 17 vittime del coronavirus. Sarebbero 13 uomini e 4 donne, di età compresa fra i 48 e gli 89 anni. Cinque di loro non mostravano sintomi di febbre al momento del ricovero ospedaliero, ma presentavano altri sintomi, tra cui tosse, un senso di oppressione al torace e difficoltà respiratorie. Almeno nove di loro avevano condizioni sanitarie precarie, tra cui il diabete, problemi alle coronarie e il morbo di Parkinson.
Oltre ai contagiati, la Commissione dichiara quasi 1.500 casi esaminati: 662 persone restano per ora sotto osservazione, mentre 779 sono risultate negative ai test.
Intanto la Repubblica Popolare si sta attrezzando: intensificata al massimo la produzione di mascherine, dato che la malattia si trasmette per via aerea.
Il ministero cinese dell’Ecologia e dell’Ambiente ha sollecitato le autorità locali a monitorare e “gestire in modo adeguato” lo smaltimento dei rifiuti sanitari nell’ambito del piano del governo di Pechino contro il nuovo coronavirus. Il ministero ha fatto sapere oggi che “la raccolta, il trasporto, lo stoccaggio e lo smaltimento dei rifiuti sanitari legati allo scoppio dell’epidemia di polmonite causata dal virus dovranno essere gestiti in maniera corretta”. Tutti i dipartimenti ambientali locali, inoltre, sono stati invitati a cooperare con le competenti autorità sanitarie pubbliche per prevenire e contrastare il diffondersi del virus.
La scienza: il virus proviene dagli animali
Il virus cinese 2019-nCoV è arrivato all’uomo dai serpenti: sarebbero questi gli animali nei quali il morbo, trasmesso dai pipistrelli, si sarebbe ricombinato e poi passato all’uomo. Lo indica l’analisi genetica pubblicata sul Journal of Medical Virology da scienziati cinesi delle università di Pechino e Guangxi. La ricerca è stata condotta su campioni del virus provenienti da diverse località della Cina e da diverse specie ospiti.
Come è accaduto in passato con i virus dell’influenza aviaria e con la Sars, anche questa volta l’indice è puntato sui mercati di animali vivi molto comuni in Cina, dove, spiegano i ricercatori, accanto agli animali allevati nelle fattorie e ai pesci si vendono animali selvatici, come serpenti e pipistrelli. “I risultati della nostra analisi evoluzionistica suggeriscono per la prima volta che il serpente è il più probabile animale selvatico serbatoio del virus 2019-nCoV”, scrivono.
Metà della sequenza genetica era già stata trovata nei pipistrelli e identificata fin dall’inizio come appartenente alla famiglia dei coronavirus, la stessa che comprende il virus della Sars, comparso nel 2002, e della Mers, del 2015. L’altra metà è invece costituita da un altro coronavirus che proviene dai serpenti. Ricombinandosi geneticamente nei serpenti, quindi, il nuovo virus ha fatto il cosiddetto ‘salto di specie’, acquisendo nuovi recettori che gli permettono di legarsi alle cellule del sistema respiratorio umano.
Le ripercussioni in Italia
All’aeroporto di Fiumicino è stato attivato il corridoio sanitario per i controlli sui passeggeri del primo volo proveniente da Wuhan, la metropoli cinese epicentro del coranavirus. L’aereo della China Southern Airlines è atterrato intorno alle 5 del mattino. I 202 passeggeri, una volta scesi, hanno percorso un corridoio separato fino a raggiungere un’area attrezzata: lì sono stati sottoposti a controlli, compresi scanner termici per monitorare la loro temperatura corporea. Dopo qualche ora, il direttore sanitario di Aeroporti di Roma Carlo Racani ha dichiarato che gli esiti dei controlli sono stati negativi: “Stanno tutti bene”. L’allerta è comunque massima.
Si è riunita anche questa mattina la task-force del Ministero della Salute: “Siamo – dice il ministro della Salute Roberto Speranza – in stretto contatto con tutte le istituzioni internazionali. Ho sentito più volte personalmente la commissaria europea Stella Kyriakides che sta coordinando le misure a livello comunitario”.