Un pianeta sempre più “bollente”. Il 2020 si attesta come l’anno più caldo mai registrato nella storia. Secondo i dati del Copernicus Climate Change Service, il programma di osservazione della Terra dell’Unione Europea. Soltanto il 2016 registrò una tale temperatura media: sono 1,25 i gradi centigradi in più rispetto al periodo pre-industriale, esattamente come quattro anni fa.
Tuttavia, il 2016 fu condizionato da un fenomeno oceanico naturale, detto El Nino, che si verifica nell’Oceano Pacifico con un periodo variabile tra i 2 e i 7 anni. Secondo la Nasa e l’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), tale fenomeno contribuì a un aumento di circa 0,2 gradi centigradi della temperatura globale. In assenza di questo impatto, il 2020 sarebbe stato l’anno più caldo di sempre, come dichiarato dal climatologo Zeke Hausfather. Secondo lo studioso, a partire dagli anni Settanta, il pianeta ha subito un surriscaldamento globale di 0,2 gradi centigradi ogni anno.
Coldiretti aggiunge che nell’ultimo anno in Italia si è verificata una media di 4,1 tempeste al giorno, per un totale di 1.500 eventi climatici estremi. La manifestazione del cambiamento climatico è rappresentata da una tendenza alla tropicalizzazione che ha causato sfasamenti stagionali, sbalzi termici significativi e rapidi passaggi dal sole al maltempo.
Si chiude quindi un decennio di temperature record, a testimonianza del riscaldamento globale. La decade 2011-2020 risulta infatti come la più calda mai registrata, con un’intensificazione di anni eccezionalmente caldi a partire dal 2015. La frequenza serrata di temperature record testimonia ancora una volta come sia in atto un’emergenza climatica. E soprattutto la necessità di ridurre drasticamente le emissioni per prevenire ulteriori impatti climatici avversi.