C’è chi è soddisfatto, e c’è chi è deluso. I risultati della Cop29 hanno luci e ombre. Ma l’opinione comune è che la conferenza sul clima di quest’anno non sia stata un totale flop, che qualcosa abbia ottenuto. Poco o tanto, è questione di opinioni. Joe Biden parla di “risultato storico”, e lancia un monito al suo successore Donald Trump: “Nessuno può fermare la rivoluzione sull’energia pulita”.
L’accordo sancito dalla Cop29 ha suscitato diverse critiche, soprattutto dai Paesi in via di sviluppo e dalle nazioni più vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici. L’India, per esempio, ha definito “irrisorie” le somme che dovranno stanziare ogni anno i Paesi più ricchi per finanziare la transizione energetica nei Paesi meno abbienti. Anche alcuni governi africani hanno definito le misure prese poco efficaci e adottate troppo in ritardo.
La Cop29 “è stata una tragica presa in giro”. Così Angelo Bonelli, deputato di Alleanza verdi e sinistra, sull’esito della conferenza sui cambiamenti climatici tenutasi a Baku dall’11 al 22 novembre. “I 300 miliardi promessi sono debito. E i Paesi poveri non hanno bisogno di altro debito”, continua il portavoce di Europa Verde.
Sta di fatto che la conferenza sul clima nell’Azerbaigian, paese esportatore di del gas e del petrolio, ha triplicato gli aiuti ai paesi vulnerabili previsti dall’Accordo di Parigi, da 100 miliardi di dollari all’anno a 300. Ma a quest’ultima cifra si arriverà solo nel 2035, mentre gli stati emergenti e in via di sviluppo del G77+Cina chiedevano 1.300 miliardi di dollari all’anno subito.