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HomeEsteri Entro il 2030 lo stop alla deforestazione
Al Cop26 c’è l’impegno di oltre 100 Paesi

Il Cop26 e l'obiettivo 2030
stop alla deforestazione
accordo tra oltre 100 Paesi

Tra i firmatari Xi, Putin e Bolsonaro

in Cina aumenta la produzione di carbone

di Roberta Chiarello02 Novembre 2021
02 Novembre 2021

Britain's Prime Minister Boris Johnson leaves the stage after speaking during the opening ceremony of the COP26 UN Climate Change Conference in Glasgow, Scotland on November 1, 2021. - COP26, running from October 31 to November 12 in Glasgow will be the biggest climate conference since the 2015 Paris summit and is seen as crucial in setting worldwide emission targets to slow global warming, as well as firming up other key commitments. (Photo by Paul ELLIS / AFP)

Bloccare la deforestazione entro il 2030 con un investimento da 19,2 miliardi di dollari. È l’accordo raggiunto dai leader di oltre 100 Paesi nella seconda giornata del Cop26 di Glasgow, che vede come firmatari anche Jair Bolsonaro, Xi Jinping e Vladimir Putin. “Questi grandi ecosistemi brulicanti, queste cattedrali della natura, sono i polmoni del nostro pianeta”, ha detto il premier britannico Boris Johnson aprendo i lavori della giornata conclusiva della conferenza sul clima, spiegando che la dichiarazione è stata sottoscritta da Paesi che ospitano l’85% delle foreste del mondo come Russia, Cina, Indonesia, Colombia, Congo e Brasile.

Secondo il numero uno di Downing Street, per questo progetto saranno impegnati 8,75 miliardi di sterline di fondi pubblici e mobilitati 5,3 miliardi di investimenti privati, di cui un miliardo sarà dedicato alla protezione del bacino del Congo, che ospita la seconda foresta tropicale più grande del mondo. Jeff Bezos, fondatore del colosso americano Amazon e fra gli uomini più ricchi del mondo, ha promesso nell’ambito della conferenza Onu CoP26 di Glasgow, una donazione da 2 miliardi di dollari per ridare vita a terreni “degradati” dal clima in Africa.

E mentre in Scozia proseguono le trattative per scongiurare il surriscaldamento globale, la Cina aumenta la produzione giornaliera di carbone di oltre un milione di tonnellate negli sforzi per contrastare la crisi energetica. Lo ha reso noto la Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma (Ndrc) cinese, rivelando che la produzione media giornaliera di carbone è salita a oltre 11,5 milioni di tonnellate dalla metà di ottobre, con un aumento di 1,1 milioni di tonnellate rispetto alla fine di settembre. È l’ennesimo colpo inferto al clima dopo l’ultimatum di ieri dell’India, che ha posticipato l’azzeramento delle emissioni nel 2070, vent’anni dopo l’obiettivo fissato al summit di Glasgow.

Intanto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato su Twitter i temi che affronterà oggi al vertice. Da un’iniziativa globale col presidente Usa, Joe Biden, per ridurre le emissioni da metano del 30% entro il 2030, al lancio di un progetto sull’innovazione e le tecnologie del futuro, con Bill Gates. “Insieme possiamo ridurre le emissioni nelle industrie ad alto contenuto di carbonio”, ha twittato von der Leyen.

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