Ultimo giorno decisivo per la Cop26. Si chiude oggi la Conferenza sul clima organizzata a Glasgow dalle Nazioni Unite, ma non si esclude che i lavori possano proseguire anche nel fine settimana. “Non ci siamo ancora”, ha dichiarato ieri il presidente della Cop26, Alok Sharma. La promessa della maggioranza delle potenze mondiali è sempre la stessa: mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5 gradi. Ma un accordo effettivo non è stato ancora raggiunto.
In particolare il principale argomento di discussione è l’articolo 6 dell’Accordo di Parigi che riguarda un sistema di scambio di emissioni tra Paesi, per cui chi inquina meno compensa chi supera i limiti fissati. Questo meccanismo di compensazioni è stato duramente condannato dalla portavoce del governo britannico, Allegra Stratton.
Resta aperta anche la questione dei finanziamenti destinati alla transizione dei paesi meno sviluppati. Dalla seconda bozza del documento finale è stato eliminato l’invito ad attivare entro il 2023 il fondo da 100 miliardi di dollari all’anno. Il testo si limita a sollecitare “i paesi sviluppati a deliberare pienamente e urgentemente sull’obiettivo dei 100 miliardi di dollari e fino al 2025”.
Intanto il comitato scientifico sul clima dell’Onu (Ipcc) ha redatto il suo rapporto annuale che sarà pubblicato all’inizio del 2022. Secondo quanto riportato nella bozza del testo, visionata dalla France Press, potrebbero essere necessari fino a mille miliardi di dollari all’anno per l’adattamento agli effetti della crisi climatica nel mondo. “I costi di adattamento sono considerevolmente più elevati di quello che si stimava precedentemente – si legge in un riassunto del rapporto di 4000 pagine – le disposizioni esistenti per finanziare l’adattamento sono inadeguate di fronte all’ampiezza anticipata degli impatti climatici”.
A ribadire l’importanza di agire subito è anche il premier Mario Draghi in un videomessaggio per il Forum della Pace a Parigi: “La nostra credibilità dipende da quel che facciamo, non da quello che diciamo”