HomeCronaca Successo per il convegno “Etica, sport e deontologia” alla Lumsa: vince il giornalismo serio

Successo per il convegno “Etica, sport e deontologia” alla Lumsa: vince il giornalismo serio

di Nicola Maria Stacchietti28 Marzo 2014
28 Marzo 2014

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Nell’Aula Giubileo dell’Università Lumsa si è tenuto il convegno “Etica, Sport e Deontologia: riflessi mediatici, economici e formativi”, organizzato dal Master in Giornalismo e dal Dipartimento di Scienze Umane della Lumsa. Il successo riscontrato dall’evento non si limita alle adesioni di protagonisti del mondo dello sport come il presidente della S.S. Lazio Claudio Lotito, o grandi firme del giornalismo sportivo come Massimo Caputi e Fabrizio Bocca: da segnalare la partecipazione del pubblico, la risonanza mediatica dell’evento (riportato da Repubblica Sport e da alcune testate di cronaca locale) e le numerose richieste di crediti formativi da parte dei giornalisti presenti. Dopo l’introduzione del direttore del Master Cesare Protettì, la conferenza è iniziata difatti con l’appello del presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, Paola Spadari, annunciata dal moderatore Guido D’Ubaldo (Corriere dello Sport), per una più profonda riflessione (anche normativa) sulla formazione professionale dei giornalisti.
Ma il tema del convegno è quello attualissimo dell’etica applicata al giornalismo sportivo: dopo un monito del docente di Pedagogia alla Lumsa, Mario Pollo, sulla perdita del valore ludico dello sport (per cui i bambini di oggi sono tutti futuribili campioni), è intervenuto Claudio Lotito, giornalista pubblicista. Il presidente della Lazio ha lamentato la mancanza di professionalità tra i giornalisti di oggi che a suo dire “non verificano la bontà della notizia”, mistificando la realtà e arrecando danni d’immagine, e quindi economici. Il richiamo è per un giornalismo più serio.
Gli ha fatto eco Massimo Caputi (responsabile dei servizi sportivi del Messaggero) su questa istanza, ma addossando le responsabilità del degrado della situazione informativa dell’ambito sportivo anche agli attori protagonisti di questo ambito: “Le società di calcio hanno trasformato tutto in business, anche l’informazione”, ha detto. Per quanto riguarda la categoria dei giornalisti, secondo Caputi, si è persa invece la predisposizione da parte dei professionisti ad educare i praticanti a saper distinguere la portata e la validità delle informazioni, ed è in quest’ambito che viene lodato il lavoro del Master della Lumsa in giornalismo.
Secondo Fabrizio Bocca, firma di La Repubblica e blogger, invece, il giornalista deve rispettare sostanzialmente due regole: “una é la verità e l’altra è quella di finire la giornata con la coscienza a posto. Proprio come per il fornaio e per qualsiasi altro mestiere”.
Per Baldo Meo, capo ufficio stampa del Garante per la protezione dei dati personali, “occorre che il diritto-dovere di informare sia sempre bilanciato con il rispetto della privacy: per ricercare questo equilibrio i giornalisti italiani hanno da tempo fissato come criterio fondamentale quello dell’essenzialità dell’informazione”.
È intervenuto nella discussione anche Massimiliano Monti, ex azzurro di basket: “I ragazzi che stanno per diventare dei professionisti nello sport o coloro che lo diventeranno nel giornalismo professionista, devono vivere i valori delle regole, prima del diritto positivo. Come si insegna agli allenamenti”. Secondo Simona Rolandi, affermata conduttrice sportiva (ora del format Dribbling della Rai), “le regole deontologiche ci sono, bisogna semplicemente ricordarle e rispettarle. Mentre ci sarebbe bisogno di rivalutare quelle che erano le regole non scritte del giornalismo serio”.
Tira le somme in conclusione dell’incontro il professor Gennaro Iasevoli, direttore del Dipartimento di Scienze umane della Lumsa: “Il messaggio che è emerso dal nostro incontro è ricordare a tutti il ruolo che ogni singola persona può avere, direttamente o indirettamente, nel combattere le pressioni che sembrano minare le basi tradizionali dello sport e contribuire invece ad una sempre maggiore diffusione di quei valori etici che caratterizzano l’ecosistema sportivo”.

Nicola Maria Stacchietti

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