Migliaia di sim card clandestine mascherate dietro intestatari fittizi e vendute in alcuni esercizi commerciali torinesi. È quanto emerge da un’inchiesta della polizia di Torino nell’ambito della quale sono indagate otto persone quasi tutte originarie del Centro e Nord Africa. Gli intestatari delle sim erano perlopiù fittizi o soggetti del tutto estranei al traffico, addirittura alcuni senzatetto. Le utenze venivano attivate grazie a fotocopie di passaporti falsificati.
Dopo i controlli antiterrorismo ai rivenditori (dealers) disposti dal questore di Torino Angelo Sanna, venerdì scorso, il tribunale di Torino ha disposto il sequestro preventivo a carico di un cittadino egiziano di 54 anni, titolare di un’attività commerciale in Corso Giulio Cesare.
Due mesi di indagini, condotte dalla polizia amministrativa e sociale e dalla Digos e coordinate dal pm Cesare Parodi, sono iniziate dopo hanno portato alla luce i documenti di rilascio di circa 15mila card e numerose attività commerciali sono state messe al vaglio degli inquirenti perché sospettati di aver procedure di rilascio delle sim card introdotte dalla normativa antiterrorismo. In via Cecchi, la polizia ha trovato circa un centinaio di fotocopie di passaporti stranieri con la stessa foto, ma diverse generalità, utilizzate per attivare le sim. Il titolare del dealer, un senegalese di 25 anni, era stato denunciato per frode informatica e per ricettazione per aver lucrato su schede attivate illecitamente ed intestate ad altre persone.
Nell’ambito dell’indagine sono state denunciate otto persone con l’accusa di aver attivato delle sim a soggetti ignari o inesistenti per poi cederle a terzi non identificati. Sono circa 1.000 le schede attivate in modo illegittimo sequestrate dalle forze dell’ordine. Infine, le sanzioni amministrative per violazione del codice della privacy ammontano a oltre 1.460.000 euro.