Per il governo gialloverde è il momento più critico, o comunque uno dei passaggi più delicati, a nove mesi dalla sua nascita. E il contratto sottoscritto dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle è atteso alla prova più difficile.
Dopo il duro scontro sulla Tav, ora emergono tensioni tra Lega e Movimento 5 Stelle anche sull’autonomia di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Nel vertice di ieri sera tra i ministri dell’esecutivo, i rappresentanti grillini avrebbero presentato un “controdossier”. Si tratterebbe di una serie di robusti paletti al “regionalismo differenziato” promosso dalla Lega, su cui sembrava che esistesse un accordo solido con il partner di governo.
Questa mattina il presidente della Camera, Roberto Fico, è intervenuto a margine di un convegno a Napoli proprio sull’autonomia delle Regioni, spiegando che “è importantissimo che il Parlamento abbia un ruolo centrale sulla questione. Noi italiani abbiamo nella nostra Costituzione l’equa distribuzione delle risorse, quindi da questo punto di vista non deve accadere niente”.
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera il governatore della Lombardia Attilio Fontana ha parlato genericamente di qualcuno che si è “messo contro”, dicendosi comunque soddisfatto perché “finalmente esiste un testo sulla nostra autonomia”.
Ieri, invece, il vicepremier Matteo Salvini, lasciando Palazzo Chigi, aveva dichiarato in modo enigmatico: “Non ci saranno cittadini di serie A e di serie B, chi dice queste cose non ha letto le bozze delle intese tra Stato e Regioni”.
Sempre ieri Andrea Dara, il relatore leghista della cosiddetta “chiusura domenicale dei negozi” ha confermato le perplessità del Carroccio su quella che è partita come proposta grillina. Il deputato ha spiegato: “Il testo proposto è cambiato totalmente rispetto a quello iniziale, bisognerà ricominciare da capo e risentire le associazioni coinvolte”.